Messinambiente, Di Maria: “Di nuovo a rischio la raccolta”

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I lavoratori della Messinambiente protestano per la mancanza di gasolio davanti a Palazzo Zanca

“Trasferimenti? Quali trasferimenti? Qui si sta fermando di nuovo la raccolta. Non abbiamo più soldi per comprare neanche i sacchetti della spazzatura, le mascherine e le altre cose indispensabili per effettuare il servizio”.

È un fiume in piena il commissario liquidatore di Messinambiente Armando Di Maria, che nulla sa del trasferimento di 3 milioni 100 mila euro disposto ieri da Croce.

La somma sarà incassata dall'ATO3, che poi la girerà a Messinambiente. Peccato però che nessuno abbia detto nulla ai diretti interessati. E Di Maria aggiunge: “Proprio ieri pomeriggio ho chiamato in Comune per chiedere notizie e mi hanno detto che non c'è ancora niente per noi. Sto andando a Palazzo Zanca per cercare di parlare con Croce o Dalmazio perché qui stiamo per fermarci di nuovo. A parte il fatto che ci stanno per tagliare la luce perché non riusciamo a pagare le bollette”.

La sola nota positiva della giornata è che è stato raggiunto un accordo con la società che cura il trasferimento dei in discarica. “Ho spiegato qual è la situazione ed hanno accettato una transazione. Con le prime somme che arriveranno pagheremo un acconto e poi il saldo in futuro, appena sarà possibile”.

Intanto, ci sono lavoratori a cui le proteste organizzate con i sindacati non bastano più e hanno deciso di muoversi anche su un altro binario. Nei giorni scorsi un dipendente dell'Autoparco di via Salandra ha dato mandato all'avvocato Corrado Martelli di procedere nei confronti della Messinambiente per ottenere il pagamento degli stipendi arretrati.

“La presente -scrive il legale- per contestarvi il perdurante ritardo nel pagamento della retribuzione mensile rispetto alle scadenze stabilite dalla vigente normativa contrattuale di settore. Il vostro ritardo è oltremodo ingiustificato ed ha causato al mio assistito un grave danno patrimoniale perché il mancato versamento della retribuzione nel suo conto corrente ha provocato lo sconfinamento con conseguente addebito di interessi passivi oltre che insoluti nel pagamento di rate mensili del mutuo per la prima casa nonché di prestiti al consumo accesi dallo stesso”. La lettera dell'avvocato martelli prosegue invitando la Messinambiente a pagare quanto dovuto, pena il ricorso alle vie legali ma “salvo in ogni caso il risarcimento di tutti i danni subiti fino ad oggi a causa del vostro illegittimo comportamento”.

Di fronte a questa lettera Di Maria allarga le braccia. “Sono consapevole della situazione di tutti i lavoratori dell'Autoparco -dichiara- ma il problema è a monte. Se non arrivano le somme che servono per fare fronte a tutti i pagamenti, stipendi compresi, non si può far altro che tamponare cercando di saldare tutto. Facciamo il possibile, ma senza soldi non si possono fare miracoli”.

Il problema è a monte e riguarda i mancati trasferimenti da parte dell'ATO 3, che inspiegabilmente ha trattenuto per anni parte delle somme che invece spettavano a Messinambiente. Invece di avere i 2 milioni 550 mila euro previsti, durante la presidenza di Antonio Ruggeri, fino ad agosto Capo di Gabinetto del sindaco, arrivava non più di un milione 900 mila euro.

Mese dopo mese il debito è cresciuto e se anche gli altri 597 dipendenti seguiranno l'esempio del lavoratore dell'Autoparco, sulla testa della società (e quindi del Comune, che è l'azionista di maggioranza) arriverà una valanga di vertenze che andrà ad alimentare il buco nero del contenzioso.

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