#Sicilia. Regione inadempiente, Ustica Lines: “Da domenica stop ai collegamenti con Egadi ed Eolie”

Ustica LinesLa Ustica Lines blocca i collegamenti con Egadi ed Eolie da domenica prossima. Sul banco degli imputati, neanche a dirlo, la Regione Sicilia, accusata di “continue e gravissime inadempienze”.

Da quanto denuncia a società, l'amministrazione Crocetta da oltre 12 mesi non paga quanto dovuto e adesso, messa alle strette, ha deciso “illegittimamente di avviare le procedure di annullamento del bando di gara emanato un anno fa e aggiudicato alla Ustica Lines”. A rischio secondo l'azienda non solo la continuità territoriale, ma anche i posti di lavoro: ben 600 tra diretti e indotto.

“La società -si legge nel sito- è consapevole dei gravi disagi che subiranno le comunità isolane e l'utenza in generale, per non parlare delle pesantissime ripercussioni sul occupazionale determinate dalle scellerate iniziative della Regione Siciliana”.

E prima di essere attaccata, la Ustica Lines attacca. “Da oltre un anno assicuriamo i servizi di collegamento con le Egadi e le Eolie su richiesta della Regione Siciliana, che a seguito dell'indizione di bando di gara ha affidato il servizio con ordinanze di esecuzione anticipata, nelle more della stipula del contratto -spiega l'azienda in una nota.

Dall'1 aprile 2014 effettuiamo i collegamenti rispettando i termini del bando e delle ordinanze regionali senza ricevere un solo euro dalla Regione e anticipando direttamente le notevoli spese, tutte documentate, sostenute.

Dopo un anno, alla legittima richiesta della Ustica Lines di provvedere al pagamento di quanto dovuto, lo scorso 2 aprile è giunta una lettera da parte dell'Assessorato Trasporti nella quale è stato comunicato di aver disposto una anticipazione del 50% di quanto previsto a titolo di indennizzo per il servizio svolto”.

Ma per l'azienda la somma prevista dalla Regione non è sufficiente a pagare il servizio effettuato fino ad oggi, perché “non consente di saldare i debiti contratti per fare fronte all'espletamento del bando”. Da qui alla minaccia di interrompere i collegamenti se non avesse ricevuto quanto dovuto, il passo è breve.

L'amministrazione Crocetta ignora la richiesta e risponde con l'annullamento della gara che è stata aggiudicata in via definitiva all'Ustica Lines e che ha prodotto delle ordinanze in base alle quali la Società ha garantito il trasporto da e per le Isole minori.

“Il comportamento dell'Ente regionale appare assolutamente e incredibilmente scorretto -commentano alla Ustica Lines. E' opportuno rilevare che quel bando era stato elaborato ed emanato dalla stessa Regione e che i costi sono tutti documentati e documentabili. Gli studi e le analisi più o meno attendibili con cui si tenterà di sostenere che siano eccessivi, sono facilmente smentiti da dati inoppugnabili“.

Dura la presa di posizione di Mariano Massaro, segretario generale di Orsa Sicilia. “Si tratta del solito dramma del servizio essenziale affidato alla bramosia di profitto dei privati. Hanno incassato i 21 milioni della tratta Messina-Reggio Calabria e lasciano le linee che ritengono meno produttive. Quanto alla Regione Sicilia -conclude Massaro- lasciamo perdere: una banda di strapagati inetti, che riescono a garantire solo i propri stipendi”.

La palla passa adesso all'esecutivo Crocetta, cui spetta decidere se rispettare un bando emanato dalla propria amministrazione o se proseguire in quello che al momento appare come uno dei più clamorosi voltafaccia di questa Giunta, degno in tutto e per tutto di quello di Lombardo con l'Ente Porto di Messina.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.

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