Messina, 6 noponte bloccano la via Vittorio Emanuele II
MESSINA. Un fondo di 20 miliardi di euro per i danni provocati dal cambiamento climatico. Ma invece di chiederlo con conferenze stampa, comunicati o altro, sei attivisti di Ultima Generazione hanno pensato bene di bloccare alle 10.30 di stamane la trafficatissima via Vittorio Emanuele II, gettando nella disperazione centinaia di automobilisti rimasti bloccati nell'ora di punta dalle 10.45 alle 11.30, fino a quando non sono intervenute le forze dell'ordine, visto che la manifestazione non era stata autorizzata.
Parlano di disobbedienza civile i magnifici sei, incuranti delle necessità di chi lavora. Dai video pubblicati nessuno di loro sembrava particolarmente turbato e c'era anche chi rideva mentre gli uomini della Polizia li portavano in caserma.
“Oggi ho deciso di sedermi in strada perché sono arrabbiata e spaventata da un governo che continua a stanziare fondi per opere inutili invece di darli ai cittadini vittime di incendi e alluvioni -dichiara Alessandra in una nota di Ultima Generazione, ovviamente senza cognome. No al ponte, si (ma in realtà si scrive sì, ndr) a un fondo riparazione”. Quali siano le competenze tecnico-professionali della suddetta e dei suoi sodali di lotta nell'esprimere un giudizio negativo su un'opera, il ponte sullo Stretto, progettato dai migliori ingegneri a livello internazionale e di riconosciuto valore ecologico visto che una volta aperto incentiverà l'uso dei treni, diminuendo quello di aerei, navi e gommato pesante, non è dato saperlo.
Resta il fatto che non a caso stamane era presente in città anche Michele Giuli che, come si legge su la Repubblica, in un verbale è definito dalle forze dell'ordine un “pluripregiudicato, soggetto noto per aver posto in essere nel recente passato manifestazioni non preavvisate con gravi ripercussioni sull'ordine pubblico“. Due i processi nei quali Giuli è coinvolto: accusa di interruzione di pubblico servizio per un blocco stradale a Massa Carrara e violenza privata e danneggiamento a delle vetrine di uno store dell'ENI a Roma. Giuli è stato fermato dalla Digos prima della manifestazione non autorizzata mentre era in compagnia di un giornalista messinese, Fabrizio Bertè, anche lui condotto insieme al noTAV in caserma per essere identificato.
Dura la presa di posizione di Assostampa Sicilia e Assostampa Messina. «Stamane a Messina agenti della
Digos hanno impedito l'esercizio del diritto di cronaca al giornalista Fabrizio Bertè del quotidiano La Repubblica -dichiarano i segretari regionale Giuseppe Rizzuto e provinciale Sergio Magazzù. Il cronista si stava recando in via Giuseppe Garibaldi, all'altezza di via Loggia dei Mercanti, dove era prevista alle 10.45 una manifestazione di protesta di aderenti alla campagna «Fondo riparazione», promossa da Ultima generazione. Il giornalista è stato fermato in largo Seggiola, mentre stava parlando con uno degli aderenti all'iniziativa di protesta nonviolenta, e portato in Questura. Bertè è stato sottoposto a perquisizione. E' stato rilasciato dopo due ore. Il giornalista ha più volte
sottolineato che il fermo non gli permetteva di esercitare il diritto di cronaca. L'associazione siciliana della stampa,
nell'esprimere la piena solidarietà al collega, chiede che sia fatta piena luce su questo episodio che sembra configurarsi come un impedimento all'attività giornalistica garantita dalla Costituzione».