Teatro, surrealismo e comicità al Castello di Santa Lucia del Mela: debutta oggi “Io, me”

MESSINA. S'intitola “Io, me” lo spettacolo teatrale che debutterà oggi alle 22 nella splendida cornice del di Santa Lucia del Mela. Interpretato da Rosemary Calderone e Alessandro Santoro, con la regia di Francesco Coglitore, la pièce è inserita dal Comune tra gli eventi dell'agosto Luciese ed è tratta dal monologo intitolato “Volevo gli occhi blu” di Angela Matassa, scrittrice e giornalista napoletana. Gli elementi scenici sono stati realizzati da Stellario Picichè, i costumi sono a cura di Pasquita Pollicino. “Un bel giorno – scrive Angela Matassa in occasione della presentazione del suo testo – Giulio si sveglia nel corpo di una donna. Bellissima. Dopo lo sbigottimento iniziale, cerca di capire come possa essere successo. Ma naturalmente tutte le ipotesi non hanno una risposta concreta per la trasformazione. È lo spunto per parlare del Corpo, del suo significato reale e simbolico, del rapporto che ognuno ne ha. Ma anche per indagare con divertimento sul maschile e sul femminile, inaspettatamente messi a confronto. Il Fisico con la sua forte presenza diviene metafora dell'oggi instabile e caotico. Gli interrogativi, i desideri, le speranze, le paure, le fragilità a poco a poco emergono nel dialogo che il/la protagonista ha con sé stesso/a, a tratti disperandosi, a tratti incuriosendosi. L'inspiegabile metamorfosi è un problema o una risorsa? La possibilità di una vita nuova e diversa o la condanna a una condizione indesiderata? E se invece rappresentasse l'opportunità per completarsi, vivendo nella pelle del sesso opposto? Il monologo è surreale, comico ed esilarante e, in maniera leggera, affronta le problematiche maschili e femminili che si possono scatenare quando ci si guarda da vicino, dall'esterno e dalle profondità dell'animo”. Francesco Coglitore, che ha curato anche l'adattamento teatrale, afferma: “Preso dalla forza e, al tempo stesso, dalla naturalezza del testo scritto da Angela Matassa ho costruito intorno a esso una , introducendo il personaggio maschile, al quale ho affidato un brano tratto dal monologo “Lo specchio” di Gaber e uno Specchio che, per le sue caratteristiche “riflessive”, diventa parte integrante dell'azione scenica. È nato quindi “Io, me”, uno spettacolo teatrale a tre voci, con tre protagonisti alla ricerca di sé stessi, della loro identità, del loro essere personaggi della loro stessa vita. In una dimensione onirica, che a volte rasenta l'incubo, Giulio/a vive la sua metamorfosi in un serrato ed assurdo dialogo con sé stesso e con lo Specchio”.