Presentate le dieci proposte della campagna “Miseria Ladra”

Miseria Ladra
L'evento a Palazzo Zanca

In Italia, inutile cercare di nasconderlo, c'è un'epidemia in rapida espansione. Un'epidemia di povertà. Lo dicono forte e chiaro i dati Istat: dalla seconda metà del 2011 (momento in cui si ravvisa l'origine dell'attuale recessione) si è assistito a una caduta vertiginosa del reddito disponibile tanto che un anno dopo il potere d'acquisto era già diminuito del 4,8 per cento.

Per far fronte a queste difficoltà, il 62 per cento delle famiglie dichiara oggi di aver notevolmente ridotto la quantità e la qualità dei prodotti alimentari da mettere nel carrello della spesa. Per non parlare del tasso di disoccupazione e del numero di suicidi legati al deterioramento delle condizioni economiche personali o aziendali. Trentadue soltanto nei primi tre mesi del , di fatto il 40 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Sono solo alcuni dei dati che hanno dato vita a Miseria Ladra, campagna nazionale contro tutte le forme di povertà, promossa dalle associazioni Libera e Gruppo Abele. Un dossier (consultabile sul sito www.miserialadra.it) che fotografa la drammaticità della situazione italiana, seguito da dieci proposte di azione concreta che gli organi di governo  (sia centrali che ) dovrebbero mettere in pratica per limitare gli effetti della crisi e delle diseguaglianze sociali.

Proposte che spaziano dall'introduzione del reddito minimo di cittadinanza alla possibilità di riconoscere ai senzatetto la residenza formale presso le sedi dei municipi, così da fornire loro i requisiti giuridici per poter accedere ai servizi sociali e sanitari.

Di tutto questo e di molto altro ancora se n'è parlato anche a Messina, durante l'incontro pubblico che si è tenuto a Palazzo Zanca con Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della campagna, che ne ha illustrato i punti fondamentali davanti a una platea ricca, se non altro, almeno dal punto di vista numerico.

“L'obiettivo è quello di rimettere al centro i diritti” ha spiegato De Marzo, chiamando in causa l'articolo 3 della Costituzione secondo il quale “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Il sindaco Renato è intervenuto confermando l'adesione alla campagna da parte dell'amministrazione comunale. “Il mantra del non ci sono soldi purtroppo per il Comune di Messina è particolarmente vero -ha dichiarato- ma anche in condizioni di povertà si possono fare scelte che dicono chi siamo. Presenterò alla Giunta le proposte della campagna Miseria Ladra e mi impegnerò per allargare il dibattito e creare una rete con i sindaci delle altre città aderenti, tra cui Roma e Milano. Quello che mi interessa è arrivare a sensibilizzare anche quelle realtà che non si trovano già in sintonia con questo modo di pensare, perché a ben guardare, quello di cui abbiamo realmente bisogno è un cambio di mentalità.”

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