Ponte sullo Stretto, cantiere stazione FS all’Annunziata: tutte le bufale del PD
MESSINA. Il dato certo, leggendo il comunicato stampa del Partito Democratico per annunciare il presidio itinerante organizzato per oggi pomeriggio dal Coordinamento Provinciale per “sensibilizzare gli abitanti del popoloso rione sugli effetti che i cantieri del ponte sullo Stretto arrecheranno all'intera zona“, è che è molto probabile che nessuno dei maggiorenti locali e non piddini abbia letto (o almeno si sia fatto spiegare) il progetto del ponte sullo Stretto. L'altra alternativa è che avendolo letto non lo abbiano capito e in attesa di eventuali certezze in tal senso preferiamo accantonare questa ipotesi.
Il dato dal quale partire è che l‘area nella quale è prevista la realizzazione della stazione dell'Annunziata è di fatto libera, la sola demolizione prevista è quella di una baracca, nessun appartamento nelle aree limitrofe sarà abbattuto e anche la scuola Beata Eustochia non sarà interessata dai lavori. Queste le certezze di un progetto redatto da ingegneri di altissimo livello e validato anche a livello internazionale.
Ma il comunicato del PD descrive ben altra situazione, nella quale si potrebbe ravvisare, senza essere troppo pignoli, anche il procurato allarme. La nota parla di “espropri e demolizioni di interi complessi residenziali e di decine di case singole. Un territorio che vedrebbe un impatto sconvolgente non solo per chi sarà costretto a lasciare la propria casa (si parla di oltre 60 nuclei familiari) ma anche per chi resta: il cantiere, infatti, ricade su un'area densamente urbanizzata, con ben tre plessi scolastici e nei pressi del polo universitario”.
Un concentrato di bufale (non sono inesattezze, non sono errori, non si distingue neanche tra gli espropri veri e propri e quelli temporanei) in appena 4 righe, per il quale è difficile trovare una spiegazione razionale, se non la rabbia per aver perso malamente, ancora una volta, le elezioni. Tutte le elezioni, sia amministrative che politiche (in Sicilia anche le regionali), se si guarda ai numeri complessivi.
E invece di fare una sana autocritica e capire le ragioni di una débâcle finora inarrestabile per invertire la rotta e recuperare il consenso dei lavoratori il PD cosa fa? Racconta di problemi inesistenti rispetto al ponte, lancia avvertimenti apocalittici e fantascientifici che neanche Asimov e sostiene, senza rendersi conto dell'ulteriore emorragia di voti che queste dichiarazioni comporteranno quando l'anno prossimo si apriranno i cantieri del ponte, di voler “ribadire con forza l'impegno politico del partito contro il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto per rendere consapevoli dell'impatto dell'opera anche gli abitanti delle zone della città lontane dal cantiere principale, e che, erroneamente (sic!), pensano di non subire alcun effetto negativo”.
Insomma, il PD, che ha regalato all'italia durante il Governo giallo-rosso con gli ex acerrimi nemici dei 5 Stelle divenuti improvvisamente politici di razza quando il Partito Democratico ebbe l'occasione di governare pur avendo perso le elezioni del 2018 (ottennero appena il 22,8% contro il 37% del centrodestra e il 32,7% dei grillini) uno dei più ineffabili ministri dei Trasporti, Paola De Micheli (candidata alle primarie del PD del febbraio 2023 arrivando ultima con appena 6.475 voti, pari al 4,29%, dietro Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Gianni Cuperlo), si oppone a un'opera, il ponte sullo Stretto, fondamentale per il rilancio del Mezzogiorno.
Lo stesso PD, è bene sottolinearlo, che non si è mai opposto a opere come TAV e simili nel nord Italia. Lo stesso PD che, dimostrando evidenti problemi con il concetto di democrazia, avendo perso in Parlamento la battaglia per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e l'Europa, di fatto osteggia quella che è una legge dello Stato che prevede, appunto, la costruzione del ponte. Lo stesso PD che non ha mosso un dito quando per oltre 30 anni colate di cemento hanno, queste sì, devastato la zona nord della città.