Palermo riparte dal territorio: nasce RestART, festival in notturna dal 3 luglio al 29 agosto
PALERMO. A Palermo si riparte dal territorio e nasce RestART, festival di ultima generazione che mette in rete e apre in notturna il patrimonio monumentale della città. Sarà la cartina tornasole per “testare” la potenza attrattiva del capoluogo siciliano e ripartire da qui, palermitani, innanzitutto, e naturalmente turisti. Dal 3 luglio al 29 agosto, ogni venerdì e sabato dalle 19 a mezzanotte, si visiteranno musei, orti universitari, carceri seicentesche, teatri, oratori serpottiani, torri e chiese arabo-normanne. Naturalmente con ingressi contingentati e prenotazione online. Organizzato dall'associazione Amici dei Musei Siciliani e da Digitrend, che cura la piattaforma di ticketing e audioguide, RestART è di fatto uno dei primissimi festival pronto a partire sul territorio nazionale e raccoglie le prenotazioni sul sito www.restartpalermo.it, mentre le guide ATS stanno organizzando un offerta di visite tematiche. E la FIPE, Federazione italiana pubblici esercizi, annuncia una convenzione: i ristoranti associati sconteranno l'importo dei biglietti agli spettatori del festival che si presenteranno muniti di tagliando cartaceo o online. Dal canto suo RestART offrirà ai ristoratori coupon omaggio da distribuire ai clienti. Insomma, uno scambio reciproco per far ripartire turismo ed economia, puntando sul territorio. E andiamo ora agli oratori: RestART ne offre quattro e aggiunge il cinquecentesco Oratorio dei Bianchi (previsti 15 visitatori ogni 30 minuti) dove poter scoprire una collezione di stucchi eseguiti da Giacomo Serpotta tra il 1703 e il 1704 per la cappella della Madonna della Pietà e la Cappella della Vergine della chiesa del Monastero delle Stimmate di San Francesco, demolita per far posto al Teatro Massimo. Serpotta è stato un artista peculiare: amava scolpire i suoi putti birichini al suono del liuto e pretendeva quindi, per contratto, che fosse sempre presente un musicista e… un fiasco di vino. Le richieste la dicono lunga sulla sua fama, visto che raramente un artista, per giunta un povero artigiano, poteva ardire a tanto. Ma Serpotta era il genio dello stucco, blandito e ricercato da chiese e confraternite e non solo a Palermo. Gli altri quattro oratori sono un vero e proprio viaggio dentro l'universo dello stuccatore che amava firmarsi con una salamandra, ovvero una sirpuzza (in dialetto) e da qui Serpotta). Erede di una dinastia di scultori e marmorari, Giacomo all'inizio lavora con il fratello Giuseppe: e infatti insieme firmano l'oratorio di San Mercurio (ingressi da 20 spettatori ogni 30 minuti, ed è di nuovo visitabile al suo interno anche la videoinstallazione collettiva “Pan_de_mia”) sorto dal 1640 accanto alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti per volere della Compagnia della Madonna della Consolazione di san Mercurio, fondata nel 1572. Giacomo Serpotta ha 22 anni, sta iniziando a farsi conoscere ma ha la mano ancora incerta, anche se ha già sviluppato la sua tecnica: un modello in creta da cui trarre lo stampo in gesso con armatura interna di legno e metallo, dentro cui veniva colato un impasto di grassello di calce e gesso e forse caseina. Si lavorava in fretta, prima che l'impasto si indurisce, la bravura stava tutta in questa tecnica velocissima e affascinante, sottoposta infine ad “allustratura“. Appaiono già i putti festosi, gli angeli, le figure e