TIR e bon ton istituzionale: ennesima scivolata di Accorinti

Prefetto Trotta 20130225 GI7Q8600
Il prefetto di Messina Stefano Trotta

E quando si pensava che il clima si fosse disteso, ecco che il sindaco Renato Accorinti dimentica ancora una volta le regole elementari del bon ton istituzionale e scivola su un'altra buccia di banana.

La lettera del prefetto di Messina Stefano Trotta, che nei giorni scorsi lo ha invitato a individuare un accordo con il Gruppo Caronte&Tourist rispetto al divieto di attraversamento diurno dei TIR che l'amministrazione intende (legittimamente, sia chiaro) vietare dal 21 luglio prossimo, è interpretata come una sorta di ammonimento e di presa di posizione a favore degli armatori privati.

E così, privo ancora una volta di qualcuno che lo guidi nelle perigliose e infide strade dei rapporti tra istituzioni, l'ineffabile Accorinti, dimentico del proprio ruolo e, quel che è peggio, di cosa rappresenti a Messina  il prefetto Trotta (lo Stato), invece di chiarire in privato si lancia arditamente in una pubblica reprimenda. Con quali conseguenze è ancora tutto da vedere, ma certo è che la lettera, che pubblichiamo integralmente, è di quelle che non si dimenticano facilmente.

“Sono assolutamente certo -scrive Accorinti- che l'intento ispiratore della Sua dello scorso 9 luglio sia stato soltanto quello di favorire il dialogo tra istituzioni da una posizione di assoluta neutralità. Tuttavia, ho il dovere di segnalarLe che la stessa ha finito con il risuonare, per i contenuti e i toni sostanzialmente monitori, alla medesima stregua delle numerose diffide e azioni giudiziali da parte dei vettori del traghettamento sullo Stretto e dalle degli autotrasportatori delle quali questo Comune è già stato più volte, recentemente, destinatario in relazione all'adozione di misure restrittive della libera circolazione dei veicoli c.d. pesanti all'interno della città.

Le fonti (unilaterali) delle informative che Ella ha ritenuto di assumere avranno probabilmente dimenticato di rappresentarLe che, nel complesso e molteplice contenzioso (TAR di Catania, TAR del LAZIO e Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia) pendente, derivato dai provvedimenti già assunti da questa Amministrazione comunale, e Bluferries hanno proposto autonomi ricorsi così come hanno fatto gli altri soggetti privati interessati, mentre l'Autorità Portuale, con atti di intervento ad adiuvandum, si è costituita facendo proprie le ragioni dei vettori e degli autotrasportatori.

Alcuni di questi giudizi sono ancora pendenti e i provvedimenti comunali esecutivi, essendo state scrutinate e respinte le istanze cautelari, mentre quelli pendenti dinanzi al TAR Lazio sono stati respinti nel merito in primo grado. Comprenderà che i diversi “soggetti” dai quali sono giunte le “sollecitazioni” in direzione di una Sua iniziativa epistolare nei confronti del Comune altro non sono che parti in un contenzioso, sul medesimo tema, già sfociato in sede giudiziale.

In tal modo, la Sua nota è stata dai più percepita come condivisione delle ragioni avanzate nelle diverse sedi da dette parti, e non ha certo concorso a smentire una tale sensazione la Sua decisione di tenere fuori dal ‘dialogo istruttorio' proprio il Comune di Messina, forse considerato Istituzione meno importante o, peggio, meno credibile dell'Autorità portuale o della Capitaneria di Porto.

E' vero che questa Amministrazione intende rivolgere al problema la massima attenzione e la possibile novità  che ha suscitato tanto interesse nell'Ufficio governativo territoriale sta probabilmente soltanto nel differente approccio. Si ritiene, infatti, doveroso superare quel senso di assoluta soggezione e, talvolta, anche di assuefazione alle esigenze del mercato ‘a tutti i costi', ricercando con ogni sforzo un migliore bilanciamento di tali esigenze con gli interessi dei cittadini.

Ciò non è avvenuto finora e sono certo che non avverrà nel futuro – com'è possibile che Le sia stato fatto credere – con pregiudiziali di tipo ideologico, ma tutto sarà fatto, ricorrendone le condizioni, nel rispetto delle attribuzioni proprie del Comune e dei ruoli interni ben distinti tra amministrazione e gestione, nonché avendo ben presenti i principi di libera circolazione e di libera concorrenza, che, però, vanno sempre coniugati con quelli della sicurezza della circolazione stradale nella città.

Devo dirLe francamente che la Sua nota è giunta inaspettata proprio perché proviene da un Ufficio tradizionalmente orientato a porsi come autorevole mediatore imparziale di possibili conflitti tra istituzioni locali, mentre contiene una chiara presa di posizione ante litteram sul problema e toni di carattere monitorio, che, al di là delle attenuazioni di sapore formale, non lasciano sostanzialmente spazio alcuno alle scelte comunali.

Ma, poiché resto convinto della fondamentale funzione dell'Ufficio territoriale del Governo e della reale neutralità dell'intento che L'ha spinta ad intervenire nella vicenda – conclude il sindaco Accorinti – voglia considerare ogni mia personale disponibilità e quella degli uffici dell'Amministrazione che rappresento a conferire in qualsiasi momento, anche previa convocazione informale e d'urgenza, con la S.S., per fornire direttamente una più corretta rappresentazione del percorso tracciato negli indirizzi della Giunta municipale.

Ciò, auspicando che, anche attraverso la Sua autorevole mediazione, esercitata con pari forza nei confronti di tutte le parti interessate, si possa ancora pervenire a soluzioni condivise che evitino di sacrificare ancora e soltanto la sicurezza delle strade e dei cittadini”.

Fin qui la lettera scritta dallo staff del sindaco Renato Accorinti e poi dallo stesso sottoscritta. Per il momento dalla Prefettura non ci sono reazioni. Resta il fatto che al di là dell'interpretazione data alla lettera del prefetto Trotta (se errore c'è stato nella convocazione del tavolo tecnico, probabilmente è stato quello di non invitare il dirigente competente di Palazzo Zanca) ancora una volta il sindaco Accorinti, carissima persona ma totalmente digiuno di conoscenza del bon ton istituzionale, ha creato una frattura con la massima carica locale dello Stato. Frattura della quale la città non ha certo bisogno.

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