Scoppo e Boccetta pronti a esplodere, ma il Comune non c’è

Boccetta 1 20121116“Se dovesse piovere come a Giampilieri tre anni fa io e la mia famiglia rischieremmo la pelle. Per questo, anche se ho un mutuo sulle spalle, ho deciso di chiudere tutto e andare a stare in affitto. Lontano da qui”.

Parla così, e non ne è affatto felice, un abitante di contrada Scoppo. Siamo a Messina nord, in una zona apparentemente idilliaca, tra frutteti e terrazzamenti coltivati a ortaggi, appena alle spalle del caos del viale Boccetta e dell'autostrada Messina-Palermo. A uno sguardo più attento però, non sfuggono i segni consueti e inquietanti dell'ordinario dissesto del territorio.

Nella parte alta della vallata, su entrambi i versanti, si notano le ferite di diversi fronti franosi, mentre la pineta che si inerpicava sui fianchi ripidi del lato sinistro è stata quasi completamente distrutta da un incendio e le radici degli alberi rinsecchiti non sono più capaci di tener ferma la terra.

Una decina di famiglie vive da sempre nel minuscolo villaggio che si è formato ai margini del torrente. Oggi anche queste persone convivono con il rischio costante di perdere la casa e la vita. “Nell'anno dell'alluvione di Giampilieri, il 2009 – racconta il signor Michele, che ha una casetta con l'orto a poche decine di metri dall'antica fonte di Scoppo- una parte dei muri di sostegno della strada che costeggia il torrente franò ma nessuno è intervenuto per rimuoverla”.

Ancora oggi infatti, i detriti di quella frana ostruiscono parzialmente l'alveo e la strada che lo fiancheggia. Le famiglie della vallata hanno segnalato più volte la vicenda al Comune, ma anche alla Protezione Civile, in Prefettura ed ai assistendo al consueto rimpallo di responsabilità. E le promesse di intervento dell'ex assessore Isgrò sono  rimaste tali.

“A noi non è rimasto altro da fare che autotassarci -prosegue il signor Michele- per fare piccoli lavori di manutenzione dell'alveo del torrente e falciare l'erba ed i canneti che crescono indisturbati. Mentre i detriti accumulatisi negli anni hanno trasformato il canalone del Boccetta in una specie di serra”.

Boccetta 5 20121116Della questione si sono fatti carico di recente i consiglieri comunali del Partito Democratico Nicola Cucinotta e Benedetto Vaccarino, che in una dettagliata interrogazione rivolta al Commissario del Comune di Messina Luigi Croce delineano i contorni di una vera e propria bomba ecologica.

“ Alla fine della tombinatura del torrente -si legge nel documento degli esponenti del PD- la presenza di una sezione ridotta del canale di imboccatura del torrente Scoppo, la mancanza di manutenzione e le acque piovane, hanno trascinato verso valle una enorme quantità di terra e pietre, anche di consistenti dimensioni, che rischia di invadere anche alcune abitazioni di Contrada Scoppo.

Tutta questa enorme quantità di detriti, unitamente a materiale di ogni genere, scivolando verso valle si è fermata in corrispondenza di una zona dove esiste una fitta vegetazione che crea una sorta di “tappo” che in atto trattiene l'acqua ed i detriti, ma che precipitazioni più intense potrebbero far riversare a valle tutto il materiale attualmente arginato. Inoltre sempre in Contrada Scoppo, a monte dell'imboccatura, è stata riscontrata dagli enti competenti la presenza di alcuni fabbricati abbandonati che sembrano posizionati sul letto del torrente, che risulta ristretto e deviato nella sua naturale traiettoria. In caso di piena pertanto, i citati fabbricati sarebbero esposti a forte rischio di inondazione ed i possibili crolli di parti murarie potrebbero ostruire l'imboccatura del torrente. L'acqua mista ai detriti potrebbe riversarsi addirittura sul viale Boccetta e sulla rampa autostradale Boccetta con evidente pregiudizio sulla viabilità e rischi di allagamento dei fabbricati prospicienti”.

I problemi dell'alto corso del Boccetta sono però conosciuti delle istituzioni locali da parecchio tempo. La richiesta al sindaco Buzzanca da parte del Genio Civile di prendere provvedimenti urgenti per salvaguardare cose e persone di contrada Scoppo risale al novembre dello scorso anno.

Il documento faceva seguito a una relazione, firmata dall'Ingegnere Capo Gaetano Sciacca, del 2010, nella quale si poteva leggere, fra l'altro, degli “evidenti segni di corrosione” delle travi che sorreggono l'impalcato della copertura del torrente Boccetta e dei “forti ammaloramenti delle travi perimetrali ” stesse “in corrispondenza dei giunti di impalcato”  a causa del “percolamento di acqua piovana nei giunti non adeguatamente sigillati”.

La relazione del Genio Civile inoltre, segnalava anche “la presenza di una sezione ridotta del canale di imboccatura del torrente e la presenza di una grata metallica posta a copertura della vasca di calma, che in caso di piena potrebbe causare ostacolo al deflusso delle acque”. Infine, “la presenza di alcuni fabbricati che sembrano posizionati sul letto del torrente, il quale risulta pertanto ristretto e deviato dal suo corso naturale”.

L'ingegner Sciacca non mancava di segnalare anche i possibili crolli di parti murarie ed il rischio di ostruzione dell'imboccatura del Boccetta e di inondazione di tutta la parte a valle di contrada Scoppo. Viale e abitazioni comprese.

Un quadro che conferma dunque nei particolari l'allarme lanciato dai due consiglieri comunali, che si sono rivolti anche alla Protezione Civile, che ha inviato una squadra di tecnici nei luoghi dell'emergenza rilevando “criticità che possono pregiudicare l'incolumità pubblica”.

Il rapporto della ProCiv, giunto questa settimana sul tavolo di Croce, parla di “riduzione a quasi zero del franco idraulico” in alcune zone a causa del “sovralluvionamento” e di “precarietà degli argini esistenti”, oltre che di “presenza di varie zone oggetto di franamenti e scoscendimenti che indicano una condizione di precaria stabilità dei versanti stessi, legata alle caratteristiche geomorfologiche del terreno.”

Sulla base di queste osservazioni la raccomandazione fatta pervenire alle istituzioni competenti è stata chiara: “avviare un percorso di riordino idraulico e di messa in sicurezza del territorio interessato mediante il ripristino della sezione di deflusso del torrente e la sua risagomatura attraverso la rimozione dei detriti”.

Il signor Michele e i suoi vicini di casa, però, aspettano ancora. Intanto, i rifiuti che continuano ad  accumularsi nella parte alta del Boccetta aumentano il rischio di una piccola Giampilieri nella zona nord. I tecnici dell'Ato3, chiamati l'anno scorso a dare un occhiata – ad ogni buon conto- dicono di non avere visto nulla.

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