#Ragusa. Truffavano i talassemici, indagati due palermitani

Ragusa Polizia_2La Squadra Mobile di Ragusa ha sequestrato oltre 150 mila euro di parcelle a due palermitani un avvocato di 44 anni e a un sedicente avvocato di 48 anni suo collaboratore. I due sono accusati di truffa aggravata continuata in concorso nei confronti di una serie di persone affette da diverse patologie derivanti da trasfusioni del sangue.

I malati, tutti membri dell'associazione Pro Thalassemici, secondo le ricostruzioni della Squadra Mobile, si erano rivolti ai due in quanto esperti nel settore degli indennizzi e risarcimenti per malasanità.

Le indagini sono iniziate dopo che la Squadra Mobile ha raccolto il grido d'allarme di alcune vittime già affette da diverse patologie contratte a causa di pregresse trasfusioni alle quali si erano dovute sottoporre a vario titolo.

“I due palermitani – spiegano dalla Questura di Ragusa -sono accusati di aver indotto le vittime con raggiri e artifizi, consistiti nell'essersi presentati quali affidabili e credibili esponenti di uno legale di Palermo (uno dei due manifestando falsamente di esercitare la professione forense senza averne alcun titolo), per di più asserendo di essere in grado di gestire con competenza professionale specifica, le aspirazioni delle vittime che intendevano avvalersi degli indennizzi e risarcimenti previsti”.

In pratica, vittime di trasfusioni infette di Ragusa avevano costituito un'associazione denominata Pro Thalassemici per far rispettare i propri diritti e per rivolgersi a un unico avvocato esperto in materia per agevolarli nel riconoscimento dei loro benefici.

“Lo studio legale interessato è di Palermo, ma aveva dimostrato di intervenire anche su Ragusa senza alcun problema di distanze – aggiungono dalla Questura. Le vittime, nonché clienti dello studio legale, si erano fatte abbindolare da cotanta efficienza e per questo avevano firmato una procura speciale che dava quindi mandato esclusivo a rappresentarle contro il Ministero della Salute. L'avvocato ed il sedicente avvocato intanto iniziavano ad incassare decine di migliaia di euro senza però che vi fosse una corrispondenza tra quanto percepito e l'attività professionale svolta”.

Passati anni dal deposito delle somme di denaro, le vittime hanno continuato a chiedere un minimo di risultati allo studio legale che continuava a promettere che a breve avrebbero ricevuto quanto di loro diritto. Dopo diversi mesi le vittime chiedono la restituzione del denaro, considerato che nulla era stato fatto e neanche per una minima parte dimostrato.

Ragusa PoliziaLe somme consegnate dalle 19 vittime si aggiravano intorno ai 250mila euro, che per di più non sono state restituite e gli stessi indagati hanno minacciato che se si fossero rivolte ad altri avvocati avrebbero perso definitivamente quelle somme già versate per la loro prestazione quali legali di fiducia.

Le indagini condotte dalla Polizia di Stato hanno permesso al Pubblico Ministero Francesco Puleio, che ha coordinato le indagini, di chiedere la misura cautelare del sequestro di tutti i conti correnti, conti depositi e titoli dei due indagati.

“Il reato di truffa, anche se aggravato, non consente la possibilità di richiedere una misura cautelare in carcere, pertanto i due sospettati saranno processati in stato di libertà, salvo poi essere condannati e scontare la pena presso una casa circondariale” – spiegano dalla Questura di Ragusa.

E così, il Pubblico Ministero ha chiesto e ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari il sequestro preventivo di 155 milaeuro.

“In sostanza  – aggiungono dalla Polizia – i due soggetti hanno agito direttamente sulla psiche delle persone ingannate, pur di raggiungere il fine dell'ingiusto guadagno, approfittando inoltre della condizione di debolezza e di bisogno delle persone offese, soggetti già sofferenti per le patologie derivanti da trasfusioni infette”.

Gli agenti della Squadra Mobile hanno appurato che l'ammontare del denaro pagato come parcella era di circa 300 mila euro ma il Giudice ha dovuto procedere al sequestro della metà dell'importo in quanto molti dei reati erano andati prescritti per decorrenza dei termini.

E così ieri, i poliziotti hanno notificato i decreti di sequestro dei conti correnti e deposito titoli dei due indagati paralizzando ogni loro attività economica. Il sequestro ha il fine di evitare che i due, una volta notificato l'avviso di garanzia, possano disperdere il loro patrimonio o trasferirlo ad altri. Adesso le vittime, se condannati i due indagati, potranno essere risarcite grazie al denaro sequestrato.

Giuseppe Marino

Laureato in Giornalismo all'Università degli studi di Messina. Si occupa a tutto campo della sezione sportiva di Sicilians, con un occhio di riguardo verso il calcio nostrano. Vi racconterà di tutto e di più sull'ACR Messina e sul panorama sportivo regionale.

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