On the road

On the roadontheroad

Paese: U.S.A.

Genere: Drammatico

Durata: 137 minuti

Regia: Walter Salles

Il romanzo cult della beat generation è finalmente arrivato sul grande schermo, portato dallo stesso Walter Salles di “Central do Brasil”, “City of Gods” e “I diari della motocicletta”.

Sal, aspirante scrittore di belle speranze, dopo la morte del padre incontra quello che scoprirà essere uno spirito affine, Dean Moriarty. Dean è stato in carcere, ha il fascino della canaglia ed è sposato con Marylou, una ragazza molto seducente. Dean e Sal sembrano le due metà della stessa mela, se la intendono a meraviglia su ogni cosa e decidono di fuggire da ogni legame e da ogni regola: partono con Marylou, saltano in macchina e via, senza badare alla destinazione ma con tanta voglia di arrivarci.

L'essenza, il succo stesso di vita che si percepisce leggendo le pagine di “On the road” è il risultato di tutta una serie di elementi, primo fra tutti la pluralità, l'insieme di sfaccettature, eventi, sensazioni, aneddoti. Piccoli assaggi di esperienza perlopiù slegati gli uni dagli altri, ma che alla fine creano un rumore di fondo eliminando la necessità di una linearità che invece in una produzione cinematografica è essenziale.

Questo è il motivo per cui nessuno aveva ancora provato a portare sul grande schermo “On the road” e questo è il motivo per cui il fallisce, nonostante la professionalità di come Viggo Mortensen e Kirsten Dunst.

I tagli e le modifiche sono troppi e troppo importanti e la lunghezza della pellicola finisce per essere straziante oltre i limiti del consentito, specie per i fan del libro, che non troveranno molte delle cose che si aspettano, mentre altre le troveranno così stravolte da non riconoscerle.

Quando Kerouac pensò di tirarne fuori un film propose a Marlon Brando di lavorare con lui, che però rifiutò. Ai produttori di Hollywood non sono bastati sessant'anni a capire quello che “Il selvaggio” capì subito: non tutte le storie sono fatte per far finire soldi nelle loro tasche. Consigliato a chi NON ha letto il libro.

Paolo Failla

Sano di mente nonostante un'infanzia con classici Disney e cartoni animati giapponesi, il battesimo del fuoco arriva con i film di Bud Spencer e Terence Hill, le cui opere sono tutt'ora alla base della sua visione sull'ordine del cosmo. Durante l'adolescenza conosce le opere di Coppola, i due Scott, Scorsese, Cameron, Zemeckis, De Palma, Fellini, Monicelli, Avati, Steno e altri ancora. Su tutti Lucas e Spielberg . Si vocifera che sia in grado di parlare di qualsiasi argomento esprimendosi solo con citazioni varie. Ha conosciuto le vie della Forza con una maratona di Star Wars di oltre 13 ore.

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