Mazzette & sanatorie, due ingegneri accusati di concussione

Carabinieri Scaletta
La Stazione Carabinieri di Scaletta

L'accordo era perfetto: io ti mando il pollo da spennare, tu gli concedi la sanatoria e la mazzetta la dividiamo tra noi.

In manette con l'accusa di concussione in concorso  gli ingegneri Salvatore Calabrò (Barcellona P.G., classe 1949, residente nella cittadina tirrenica e dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune di Scaletta Zanclea) e Antonino Porcello (, classe 1950, libero professionista).

Ieri mattina i carabinieri della Stazione di Scaletta Zanclea, insieme al personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud, hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dall'Ufficio del GIP del Tribunale di Messina e i due ingegneri sono agli arresti domiciliari.

“L'indagine -spiegano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina- trae origine dalla denuncia presentata all'Arma di Scaletta Zanclea da un imprenditore del luogo, che ha rivelato che erastato costretto a rivolgersi a Porcello per richiedere all'Ufficio Tecnico del Comune di Scaletta la concessione in sanatoria per opere abusivamente realizzate in un terreno di sua proprietà.

Per agevolare il rilascio della sanatoria, gli era stato chiesto il pagamento di una parcella di 10 mila euro (4 mila dei quali destinati a Calabrò), facendo chiaramente intendere che in caso di affidamento della pratica a un altro professionista l'imprenditore non avrebbe ottenuto il provvedimento amministrativo.

Peraltro, i due ingeneri hanno attestato volutamente una data di accertamento diversa da quella in cui le violazioni edilizie erano state verificate, forse per dare alla vittima il tempo di decidersi a pagare”.

L'attività investigativa dei carabinieri, anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha riscontrato la veridicità delle dichiarazioni dell'imprenditore ricattato in merito ai reati di concussione e falsità ideologica commessa da in atti pubblici in concorso e così è stata emessa l'ordinanza di custodia cautelare per entrambi gli indagati.

Le perquisizioni hanno inoltre consentito di sequestrare la documentazione che avvalora l'ipotesi accusatoria. Calabrò e Porcello sono agli arresti domiciliari, dove resteranno a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

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