La vendita degli ex Magazzini generali e le strane coincidenze

Il progetto degli ex Magazzini generali

Una strana coincidenza tutta messinese quella della vendita degli ex Magazzini Generali. Un bene valutato 4 milioni 890 mila euro di notevole valenza economica messo all'asta per fare cassa e venduto per 489 mila euro. Appena il 10%. Certo, l'impresa 4V dell'imprenditore Vincenzo Vinciullo ha offerto anche il 29,73% in permute immobiliari, ma l'operazione è apparentemente senza senso visto che lo stabile è stato messo in vendita proprio per far entrare denaro liquido e adesso il Comune si trova davanti meno di mezzo milione di euro e qualche appartamento che poi dovrà comunque mettere in vendita.

Altra coincidenza tutta messinese è il fatto che ci sia stata un'unica offerta. E verrebbe da chiedersi come mai, nonostante gli imprenditori edili si lamentino dalla mattina alla sera sul fermo del loro settore, nessuno abbia pensato di farsi avanti oltre a Vinciullo.

Che, per intenderci, oltre ad essere stato rinviato a giudizio insieme ad altre 4 persone per avere aperto una breccia nella struttura portante dello svincolo di Boccetta per facilitare l'accesso dei camion del cantiere nel quale si stava costruendo il complesso “Archimede” (ma le ultime notizie su questa vicenda risalgono al 25 febbraio dell'anno scorso e poi non se n'è saputo più nulla), nella relazione conclusiva di minoranza della Commissione parlamentare Antimafia è indicato come una persona che “rivestirebbe un ruolo di sicuro rilievo nelle sponde imprenditoriali di Cosa Nostra, rientrando in quel novero di affaristi risultati a disposizione sia personalmente che con le loro strutture aziendali e societarie degli interessi di gruppi mafiosi, permettendo il comodo reinvestimento in attività apparentemente lecite di capitali di provenienza illecita”.

Intanto, la vendita degli ex Magazzini generali (che la Camera di Commercio avrebbe voluto utilizzare per attività connesse alle proprie) ha scatenato numerose reazioni negative. A partire dalla ReteNoPonte, che nei giorni scorsi ha manifestato anche contro questa ipotesi. Non solo perché l'immobile è stato inspiegabilmente svenduto, ma anche perché il progetto del Comune ne prevede la demolizione.

Al suo posto infatti, dovrebbe sorgere un palazzo di 7 piani più un seminterrato, che altrettanto incredibilmente il 21 ottobre 2010 ha incassato nell'indifferenza generale il parere favorevole della Commissione Edilizia di Palazzo Zanca ed il 3 novembre scorso quello della Giunta Buzzanca. Basta un cambio di destinazione d'uso e insieme alle attività commerciali arrivano anche gli appartamenti con vista sullo Stretto. Strano, no?

MagazziniGenerali
Gli ex Magazzini Generali

Il IV Quartiere mette le mani avanti e teme che la stessa sorte possa toccare anche all'ex Mercato Ittico e sottolinea come il 2 aprile avesse dato parere contrario all'operazione. “Prevedendo quello che poi si è verificato con gli ex Magazzini Generali -puntualizza il presidente della IV Circoscrizione Francesco Palano Quero- sei mesi fa il Consiglio di Quartiere ha dato parere contrario alla variante sull'ex Mercato ittico ed ha chiesto all'amministrazione Buzzanca di convocare una conferenza dei servizi aperta agli ordini professionali, alle associaizoni di categoria ed ai sindacati per uno studio sulla effettiva destinazione d'uso e valorizzazione degli immobili comunali di pregio architettonico o di alto valore strategico tra i quali devono essere annoverati sia gli ex Magazzini Generali che il Mercato ittico. È evidente -conclude Palano Quero- che quanto richiesto non si è concretizzato. Il Consiglio del IV Quartiere aveva visto lungo purtroppo e ragionato in maniera molto più oculata ed attenta dello stesso Consiglio comunale, cercando di tutelare quel che resta del patrimonio cittadino. E se non si interrompe l'iter, anche l'ex Mercato ittico verrà svenduto”.

Dura anche la presa di posizione della Cgil. “Che sia difficile cedere il patrimonio immobiliare del Comune di Messina è noto -commenta il segretario generale di Messina Lillo Oceano. Che la crisi economica abbia depresso anche il mercato immobiliare è altrettanto vero. Tuttavia, ciò non basta a convincere sull'esito del percorso che ha portato all'alienazione degli ex Magazzini generali, che il Comune ha inserito tra gli immobili da dismettere per pagare i debiti dell'Ente.

Lillo Oceano, segretario generale Cgil Messina

L'amministrazione Buzzanca ha modificato il regolamento per consentire che la dismissione potesse  avvenire anche con la formula della permuta, scambiando cioè aree o edifici con altro volume edilizio. Tutto ciò presupponeva il cambio di destinazione d'uso delle aree da magazzini generali ad attività  commerciale e residenziale. Cosa prontamente avvenuta.

Appare singolare anche la circostanza che si sia presentata una sola azienda, nonostante le modalità decise dal Comune consentissero di partecipare all'offerta con un impegno finanziario tutto sommato modesto, poco più del valore di un appartamento di medie dimensioni, sia pure in centro.

Ci sembra che il risultato sia insufficiente e temiamo che sul piano economico questa operazione possa, almeno nel breve periodo, rivelarsi  addirittura negativa dal punto di vista finanziario: pochi i soldi incassati  a fronte di un cespite immobiliare appostato in bilancio per un valore dieci volte superiore al contante ottenuto. E bassa anche la percentuale di permuta, se rapportata al particolare pregio dell'area,  in pieno centro e sulla cortina del Porto.

Resta da vedere -conclude Oceano- se finiremo per ritrovarci in uno di quei  casi di cronaca in cui un immobile di proprietà di un ente acquistato a un prezzo d'occasione è stato rivenduto di lì a poco al corretto valore di mercato”.

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