Fallisce la seduta pubblica del Consiglio comunale sui TIR

Seduta pubblica Consiglio comunale su TIR 18 7 2014Oltre tre ore di seduta, ma alla fine il Consiglio comunale convocato in seduta straordinaria aperta e pubblica per discutere il problema dell'attraversamento dei TIR si è risolto in un nulla di fatto. Non uno straccio di documento votato (alla fine erano solo in 12) né una mozione. Niente di niente.

La sola cosa emersa è la spaccatura del centrosinistra. L'ordine del giorno presentato dai capigruppo per revocare l'ordinanza anti TIR dell'amministrazione Accorinti è stato letto dalla presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile in un'Aula semideserta, dei firmatari erano presenti solo Paolo David e Simona Contestabile, ovviamente non è stata posta ai voti e la seduta si è sciolta in un generale clima di imbarazzo.

Presenti non solo il sindaco Renato Accorinti  e l'assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola (che ha ribadito che il secondo approdo di Tremestieri riaprirà all'inizio di agosto), ma anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Messina Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania, il responsabile del movimento reset! Alessandro Tinaglia, il comandante della Capitaneria di Porto Nino Samiani e i presidenti dell'Autorità Portuale di Messina Nino De Simone e degli autotrasportatori siciliani Pippo Richichi. Quest'ultimo si è espresso in maniera sconcertante, minacciando il blocco del porto di Tremestieri da lunedì prossimo, quando entrerà in vigore l'ordinanza anti TIR che vieterà il passaggio diurno dei mezzi pesanti dal centro della città.

Uscita questa, che ha sollevato un coro di obiezioni, al punto che il capogruppo del PD Paolo David, che pure nei giorni scorsi aveva sonoramente bocciato l'ordinanza sposando le tesi del Gruppo Franza (che minacciavano un centinaio di licenziamenti alla Cartour), ha detto chiaro e tondo a Richichi che non doveva permettersi di fare affermazioni del e obbligando lo stesso, insieme agli altri presenti, a una parziale marcia indietro.

Durante i numerosi interventi qualcuno dei consiglieri ha confuso il completamento del porto di Tremestieri (che prevede 7 approdi, 5 in più degli attuali due) con la conclusione dei lavori di dragaggio, che rendono la struttura operativa al 50%, mentre Samiani e De Simone hanno difeso a spada tratta gli interessi degli armatori privati e il presidente dell'Authority ha persino preannunciato un ricorso contro l'ordinanza.

Tra i consiglieri presenti in Aula, l'accorintiana indipendente Nina Lo Presti, consigliere di Cambiamo Messina dal Basso, ha difeso a spada tratta l'ordinanza pur ritenendola migliorabile, Piero Adamo (SiAmo Messina) e Daniela Faranda (NCD) hanno chiesto che la vertenza sul problema dei TIR sia affrontata a livello nazionale, mentre l'otsider del Partito Democratico Daniele Zuccarello, che nei giorni scorsi ha predisposto un documento anti TIR che l'Aula non ha voluto votare, ha accusato il PD di difendere gli interessi del Gruppo Franza e strappato platealmente il documento.

Presente, pur non essendo stato invitato dalla presidente Barrile, il segretario generale di Orsa Sicilia Mariano Massaro, che ha preso la parola dichiarando di condividere “l'impostazione dell'ordinanza, pur essendo consapevole che non e' risolutiva e che sposta parte del problema sul viale Boccetta senza risolverlo nella sua interezza, ma resta pur sempre, oltre che un forte atto simbolico, anche il massimo risultato che oggi si possa ottenere negli interessi della cittadinanza nelle more della completa apertura del porto di Tremestieri”.

Peraltro, prima della seduta del Consiglio, iniziata con oltre un'ora di ritardo a causa della conferenza stampa convocata sullo stesso argomento da Accorinti, in una nota l'Orsa ha invitato “il sindaco a rompere gli indugi e chiedere con forza, già nell'incontro programmato per martedì prossimo al ministero,  l'istituzione di una commissione d'inchiesta che verifichi gli atti e le circostanze che hanno protratto oltre ogni limite i tempi dei lavori di rifacimento del secondo approdo di Tremestieri. Non è ammissibile -ha puntualizzato Massaro- che a distanza di 3 anni e 2 mesi dall'inizio dei lavori l'opera non sia ancora stata completata e che per questo la città sia ancora schiava dei TIR. Occorre far luce sui reali motivi dei ritardi e l'Autorità Portuale, che ha responsabilità specifiche in materia, non può esimersi dal dare conto all'amministrazione di come sia stato gestito l'intero iter dell'appalto e dei rapporti intercorsi con la ditta esecutrice”.

Secondo Massaro, al danno si aggiunge la beffa perché nel 2007 gli armatori aumentarono del 33% i costi del traghettamento proprio per coprire le ulteriori spese dovute al carburante necessario per il prolungamento della tratta fino Tremestieri, tariffe che per l'Orsa “sono mantenute inalterate con i costi maggiorati senza giustificato motivo anche quando l'approdo a sud  risulta inagibile e con le deroghe si approda frequentemente e regolarmente nel porto storico o alla rada San Francesco. A fronte di questo, a oltre tre anni dall'inizio dei lavori, occorre far chiarezza sull'intera vicenda  per rispetto alla città, che a causa dei continui ritardi nella consegna dell'opera, sempre prontamente giustificati dall'Autorità' Portuale, è rimasta schiava dell'attraversamento dei TIR”.

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