Gierre, 10 lavoratori assunti dalla Nettuno Multiservizi

navefsNelle acque sempre più bollenti dello Stretto arriva la buona notizia dell'assunzione dei 10 lavoratori della Gierre lasciati fuori in prima battuta. I contratti a tempo indeterminato e full time sono stati firmati con la Nettuno Multiservizi, l'azienda che si è aggiudicata il servizio di pulizia sulle navi della Bluferries, la controllata del Gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce il servizio di attraversamento dello Stretto. Gli altri 8 sono invece rimasti con la Gierre, che ha l'appalto per la pulizia sulle navi Bluvia delle FS.  

“Dopo otto mesi di vertenza -commentano Michele Barresi e Francesca Fusco del sindacato ORSA- siamo riusciti a portare a casa un ottimo risultato. E questa è la prova che quando c'è la volontà di arrivare ad un accordo da entrambe le parti, un punto di incontro si trova sempre. Adesso, ci aspettiamo dalle FS la stessa sensibilità per i 21 lavoratori della Ferrotel, che a dicembre resteranno privi di qualunque forma di sostegno economico”. 

Una strana vicenda quella di questi 21 lavoratori, rimasti in strada dopo che la razionalizzazione selvaggia dei costi imposta dalle Ferrovie dello Stato ha chiuso anche la struttura destinata all'accoglienza del personale ferroviario in transito a Messina. Diversamente da quanto è successo per gli 80 ex Servirail e persino per i 18 lavoratori della Gierre, le FS si sono sempre rifiutate di discutere questa vertenza. 

L'hanno semplicemente ignorata, bloccando qualunque tentativo da parte dei sindacati per ricollocare questi lavoratori. Che un paio di giorni fa, insieme al segretario generale regionale dell'ORSA Mariano Massaro, hanno bloccato per quasi un'ora l'Intercity per Roma per ricordare che la loro vicenda diventa sempre più drammatica ogni giorno che passa.  

Michele Barresi

“Ma le soluzioni ci sono eccome -spiega Barresi- e devono essere ricercate all'interno delle aziende che lavorano in appalto per il Gruppo Ferrovie dello Stato nei settori della pulizia, del decoro e della manutenzione delle stazioni. Si deve verificare se è possibile utilizzare lo strumento della mobilità per chi ha ormai i requisiti per andare in pensione e individuare le aziende esterne nelle quali collocare gli altri lavoratori. È solo una questione di buona volontà e la chiusura delle FS su questa vertenza è inspiegabile. Durante l'incontro con i lavoratori il prefetto Alecci si è impegnato ad aiutarci anche in questa vicenda e di questo lo ringraziamo. Adesso serve solo una dimostrazione di buona volontà da parte dei vertici delle Ferrovie, ai quali peraltro il prefetto ha già scritto”. 

Resta invece altissima la tensione sul fronte del traghettamento privato. Dopo il successo dello sciopero organizzato dall'ORSA al quale hanno partecipato anche i lavoratori degli altri sindacati, martedì prossimo a fermare le navi della Caronte-Tourist (l'azienda vuole mandare a casa 94 dipendenti, offrendo in cambio di tagliare gli stipendi del 25% perché lamenta un calo del 10% negli incassi) saranno Cgil, Cisl e Uil. 

E con una nota il segretario generale dell'ORSA Mariano Massaro promette l'adesione anche da parte dei suoi iscritti. “Al peggio non c'è mai fine -commenta Massaro- e nel mare della desolazione che sta lentamente spegnendo Messina si registra l'arroganza del potere economico privato convinto che tutto gli sia dovuto. 

Pensavamo di aver visto il massimo del cinismo imprenditoriale nel 2006 quando, all'indomani della tragedia del Segesta, Caronte&Tourist ed il vettore pubblico di traghettamento RFI ottennero un drastico taglio delle tabelle d'armamento nelle navi bidirezionali (da 12 a 7 uomini) concesso dall'allora ministro dei trasporti Alessandro Bianchi, che successivamente ebbe modo di sfoggiare un'allarmante impreparazione in tema di navigazione e trasporto marittimo.  

MarianoMassaro
Mariano Massaro, segretario regionale dell'ORSA

Sono trascorsi 6 anni da quella fase di “bassa civiltà” che vide le istituzioni al servizio del profitto privato con buona pace della sicurezza e dei diritti dei lavoratori, I tagli al costo del lavoro e gli  aumenti esponenziali del costo dell'attraversamento suggellarono il dominio incontrastato di Caronte-Tourist, che oggi detiene il quasi monopolio nello Stretto con la presenza marginale della “concorrente” Bluferries, utile a tenere buono l'Antitrust ed a fare da pioniere nell'ulteriore compressione dei salari marittimi. 

Non è casuale la pretesa di Caronte-Tourist di un taglio ai salari del 25%. Per gli addetti ai lavori è semplice dedurre che gli stipendi decurtati con questa percentuale assomigliano molto alle mensilità che la Blu-Ferries applica a fronte di turni di lavoro che vanno oltre i limiti della normativa, mentre i marittimi neo assunti, per non risultare sgraditi all'azienda, evitano di rivendicare l'adattamento salariare attraverso gli accordi integrativi previsti in tale settore. 

Questa volta però -conclude Massaro- si è concretizzato l'imponderabile. Alla Caronte&Tourist i marittimi si sono compattati, rispondono colpo su colpo alle provocazioni aziendali, hanno superato le diversità e aderiscono compatti a tutti gli scioperi a prescindere dalla sigla sindacale dichiarante”.

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