16 novembre 07.30 Reset! interviene sullo scandalo della formazione

Reset e1344256685268Sono trascorsi solo pochi mesi dall'inchiesta del settimanale Panorama sullo scandalo degli Enti di Formazione in Sicilia e dall'evento organizzato da reset! al Giardino Corallo -scrive il presidente del movimento Davide Savasta- e di nuovo in queste settimane la politica messinese è tornata alla ribalta per temi analoghi, a dimostrazione che, lecitamente o illecitamente, gli ingenti fondi per la formazione, troppo spesso e troppo facilmente, vengono sperperati e diventano strumento clientelare e personale della politica partitica.

A prescindere dagli eventuali reati, è una questione di ETICA.

Oggi lo scandalo riguarda la gestione della formazione da parte di esponenti del Pdl, ma come abbiamo già avuto modo di chiarire mesi fa, in Sicilia questo è un mal costume bipartisan. Sorprende quindi che solo adesso che alla ribalta c'è il Pdl, alcune frange del Pd cittadino si scaglino contro il nodo di gestire il mondo della formazione.

Ribadiamo ancora che la formazione è e DEVE essere strumento di SVILUPPO. Non può e NON DEVE più essere strumento di accaparramento del consenso elettorale o di arricchimento personale e familiare.

L'obiettivo dei corsi di formazione DEVE essere una formazione finalizzata alla costruzione di professionalità che mancano al mondo del lavoro e che risultino utili allo sviluppo del nostro territorio.

Il modo in cui questi soldi vengono gestiti in Sicilia è INACCETTABILE, sia che questo avvenga secondo legge, sia nei casi in cui la truffa venga accertata.

Il risultato di questa gestione folle delle risorse pubbliche non crea di fatto sviluppo ed occupazione anzi genera nuovi precari “appesi” al politicante di turno che ha tutto l'interesse a gestire il bisogno delle persone “costrette” a frequentare i corsi.

Al di là di eventuali illeciti, che siamo certi verranno chiariti dalla magistratura, ci preme sottolineare nuovamente gli aspetti malati del mondo della formazione.

– I fondi utilizzati sono PUBBLICI. E' indifferente che provengano dalla Regione, dallo Stato o dall'Europa.

– Nel momento in cui vengono erogati i fondi, in analogia a quanto avviene con il finanziamento pubblico ai partiti (mascherato da rimborso elettorale), questi fondi vengono poi utilizzati con modalità “private”, come le inchieste hanno evidenziato. E questo non è tollerabile.

– Le assunzioni fatte dagli Enti di formazione (utilizzando fondi di provenienza pubblica) bypassano le norme sulle assunzioni pubbliche, che DEVONO essere fatte mediante procedure concorsuali. Questo altera le regole sulla meritocrazia e le pari opportunità, ponendo in una posizione di privilegio coloro che sono vicini (parenti e amici) ai titolari degli Enti, a volte esponenti della politica partitica, che riescono ad accedere ai fondi.

– Troppo spesso i corsi finanziati non hanno un effettivo obiettivo di formazione e non producono quindi né professionalità né sviluppo sul territorio. Non è tollerabile che tanto denaro venga sperperato nell'organizzazione di corsi utili solo a chi li organizza.

– La formazione non può e non deve essere confusa con il welfare o con l'assistenza sociale finalizzata al mantenimento dello stato di bisogno come strumento di ricatto. Ben migliore risultato otterrebbe, al fine dell'affrancamento dal bisogno e da situazioni disagiate, una Formazione con la F maiuscola che riesca a fornire professionalità tale da consentire l'ingresso nel mercato del lavoro, così come avviene nelle altre regioni d'Italia.

Da troppo tempo le potenzialità del popolo siciliano vengono mortificate da questa cappa asfissiante, che si manifesta sotto varie forme e che tende a controllare e a limitare la crescita del territorio, per il timore che un popolo “libero” dal bisogno non sia più facilmente manipolabile.

Chiediamo dunque al Presidente della Regione Crocetta di affrontare e rivoluzionare il mondo della formazione in Sicilia, operando in modo che:

1. i temi dei corsi di Formazione siano valutati secondo l'effettiva opportunità di sbocco nel mondo del lavoro e quindi in coerenza con un progetto di sviluppo della regione;

2. la formazione artigianale e aziendale avvenga direttamente presso i laboratori artigiani e le aziende che hanno competenze e strutture tali da poter effettivamente fornire un livello qualitativo idoneo a consentire l'accesso al mondo del lavoro. Tale operazione consentirebbe il duplice risultato di un'adeguata formazione lavoro e di un supporto alle tante aziende ormai in difficoltà;

3. le assunzioni presso gli Enti di formazione avvengano per merito e non per parentela;

4. l'effettivo legittimo utilizzo dei fondi pubblici sia monitorato dall'inizio alla fine (risulta che, nonostante lo sperpero, molti lavoratori degli Enti sono in arretrato con gli stipendi);

5. la formazione smetta di essere strumento di consenso elettorale con l'utilizzo di denaro pubblico, sia che questo avvenga lecitamente o illecitamente”.

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