Vertenza Caronte&Tourist, l’ORSA pronta al quarto sciopero

CaronteTourist Cartour Gamma 20100115 3007L'ORSA tira fuori gli artigli e sulla vertenza Caronte&Tourist va all'attacco promettendo un altro sciopero tra una decina di giorni e iniziando a snocciolare dati e cifre.

“Su 370 dipendenti di Caronte&Tourist -spiega Mariano Massaro, segretario generale di ORSA Sicilia- Cgil, Cisl e Uil mettono insieme al massimo 35 lavoratori. Il sindacato più forte all' della C&T è il Confisal, che fino a poco tempo fa aveva un centinaio di iscritti. Pur non essendo un sindacato firmatario di contratto nazionale, i Franza lo fanno sedere ai tavoli di discussione. Sono nelle nostre stesse condizioni, ma con noi l'azienda non vuole avere alcun contatto. Noi dell'ORSA ormai abbiamo superato i 70 iscritti e ci avviamo a diventare il primo sindacato all'interno della Caronte&Tourist, rifiutare il confronto con noi è assurdo”.

Massaro ne ha per tutti. A partire dai confederali, che dopo la sospensione dei licenziamenti, hanno deciso di fare marcia indietro e di annullare lo sciopero proclamato per il 9 novembre prossimo.

“Il bluff è servito -commenta il segretario generale di ORSA Sicilia- dopo aver fatto scioperare i lavoratori per il riconoscimento dei diritti messi continuamente in discussione dall'arroganza aziendale, parte del sindacato ha sottoscritto senza consultarli un accordo che nei fatti asseconda la bramosia di massimo profitto a tutti i costi sulla pelle dei marittimi. Andiamo per ordine. I 69 licenziamenti non sono stati revocati, ma semplicemente posticipati al 27 dicembre 2012”.

Infatti, se entro questa data non dovesse andare in pensione un ugual numero di dipendenti, la procedura di mobilità sarebbe riattivata. Oltre ai lavoratori che matureranno i requisiti per andare in pensione a fine anno, l'accordo  raggiunto con Cgil, Cisl, Uil e Confisal consente alla società di individuare altri dipendenti che potrebbero andare in pensione su base volontaria.

“Così facendo -spiega Massaro- si attiva un esodo senza precedenti che sancisce gli esuberi millantati dall'azienda e qualora non fossero sufficienti i pensionamenti per eliminare tali presunti esuberi, dopo il 27 dicembre 2012 l'azienda sarebbe libera di licenziare fino a raggiungere la quota di 69 unità precedentemente fissata, snobbando il ruolo del sindacato. Completato l'esodo, fra licenziati e pensionati spediti a casa, è fisiologico che nonostante gli impegni di facciata si presenterà la necessità di diminuire il numero degli equipaggi e rimodulare la turnazione. Addio quindi al quinto equipaggio. Il sindacato ha scelto di trattare sotto ricatto ed ha perso l'opportunità di valorizzare l'esemplare lotta dei lavoratori. Nonostante i proclami e la disinformazione tendenziosa, i licenziamenti sono ancora lì, puntati come una pistola alla tempia e l'azienda è libera di premere il grilletto dopo il 27 dicembre. Sarebbero queste le conquiste ottenute al tavolo delle trattative? Cosa si è portato ai lavoratori dopo 4 scioperi con adesioni di massa senza precedenti? Tutta questa pantomima è stata organizzata per distogliere l'attenzione dal mancato rinnovo del contratto integrativo scaduto da cinque anni”.

Per l'ORSA, con l'accordo sottoscritto il 30 ottobre scorso di fatto è passato il principio per cui quando l'azienda deve onorare gli impegni e riconoscere i diritti dei lavoratori “le è sufficiente minacciare un centinaio di licenziamenti per richiamare tutti all'ordine, sindacato compreso, e portare avanti il diktat che da sempre caratterizza le relazioni sindacali nell'azienda più grande della città a cui tutto è concesso”.

Massaro 20121022 MG 5598
Mariano Massaro, segretario generale ORSA Sicilia

“L'accordo siglato il 30 ottobre 2012 -aggiunge ancora Massaro- oltre a porsi in antitesi con gli interessi dei lavoratori sminuisce il ruolo del sindacato, relegato ad attore passivo o consenziente delle dinamiche imposte dall'arroganza aziendale. Il sindacato ha il dovere di rappresentare la volontà dei lavoratori e non può permettersi di calare decisioni dall'alto concertate l'azienda, soprattutto nel caso di organizzazioni che vantano rappresentatività solo sulla scorta della firma dei contratti nazionali, a prescindere dalle adesioni dei lavoratori. Nessuno pensi di aver chiuso la partita -avverte Massaro- saranno i marittimi a decidere se rinunciare al rinnovo del contratto integrativo, al quinto turno ed a tutti i diritti conquistati attraverso pesanti rinunce”.

Se l'accordo del 30 ottobre sarà approvato dalla maggioranza dei dipendenti di Caronte&Tourist il sindacato ORSA è pronto a fermare l'ondata di proteste. Diversamente, si passerà alle maniere forti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *