Uomo assolto dall’accusa di molestie, la presunta vittima adesso rischia il processo per calunnia

Tribunale MessinaI giudici della Corte d'appello di Messina, ha , perchè il fatto non sussiste,  C.R., 80enne,  difeso dal legale Alfio Chirafisi, dall'accusa di molestie denunciate da una donna residente a Roma.

Le molestie sarebbero state perpetrate per telefono e con minacce gravi di morte, ma già in primo grado l'impianto accusatorio, a causa delle contraddizioni della persona offesa, non aveva pienamente convinto il giudice monocratico del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, che aveva applicato l'art. 131 bis c.p. per la lievità dei fatti diversi emersi nel corso del dibattimento e, dunque, non aveva comminando alcuna pena a carico dell'imputato.

Il legale aveva proposto ricorso in appello, ritenendo che il suo assistito meritasse piena giustizia, certo che fosse la vera delle vicenda, essendo stato molestato e minacciato, ingiustamente e scaltramente denunciato dalla donna di Roma, solo perchè essa stessa temeva di essere denunciata, unitamente figlio.

L'avvocato Alfio Chirafisi avrebbe dimostrato che la falsità delle accuse poteva dedursi da alcuni cambi di versione della denunciante, che erano volti a difendere la posizione del figlio, in un momento processuale in cui la stessa non poteva ancora conoscere le future dichiarazioni dell'imputato nei confronti del figlio. Il legale ha poi stigmatizzato l'operato della forze dell'ordine di Roma, che avrebbero omesso di trasmettere un documento richiesto dal Pubblico Ministero (nello specifico i tabulati telefonici) che immediatamente avrebbe consentito al difensore di dimostrare l'innocenza dell'imputato.

Dopo la sentenza di assoluzione con formula piena, l'avvocato Chirafisi, oltre a denunciare la donna di Roma per calunnia, ha segnalato l'operato della forze dell'ordine.