Taormina, “Scatola, ossessioni da asporto”: Elio Crifò dà vita all’uomo moderno prigioniero del mondo digitale
MESSINA. Stasera al PalaCongressi di Taormina la prima nazionale di “Scatola, ossessioni da asporto”, scritto e diretto da Valerio Vella. Il protagonista è Elio Crifò, intervistato a poche ore dal debutto. Chi è il protagonista? “Non ha nome, è un uomo contemporaneo devastato da cultura digitale, dal mondo digitale, che inevitabilmente comportano solitudine, alienazione, devastazione di sentimenti ed emozioni, incapacità di creare relazioni umane significative. Do voce all’impossibilità che ha creato questa società di poter rifiutare questo mondo, questa cultura. Alla violenza di una società che con il sorriso e la falsa benevolenza, la falsa democrazia, ha creato un immenso mondo dell’inganno, che ti abbraccia tenendo il coltello in mano per sgozzarti”. Come ha affrontato la costruzione di questo personaggio così complesso? “Ho cercato di osservare più attentamente tutti coloro che sono abbrutiti dal mondo digitale. E’ un abbrutimento morare e spirituale che si riversa poi in un abbrutimento fisico e relazionale. Il testo è pieno di citazioni, da Pasolini a Pound ad altri e io sono entrato in questa sorta di delirio psichedelico, incrociando tutte le citazioni di coloro che già 50 anni fa avevano visto e previsto ciò. Non a caso, Pasolini parla della televisione come di qualcosa di più terribile della guerra del Vietnam e della bomba atomica. Racconto di un mondo digitale che inibisce lo sviluppo e coltivazione dell’intelligenza, favorendo e promuovendo la mediocrità”. Qual è la caratterista del
