#Messina. Gattopardi a teatro, più i biglietti omaggio che quelli a prezzo intero
Appena 221 spettatori in quattro rappresentazioni. Ma oltre al flop dello spettacolo Dots, lines and the cube, in scena il 4, 5 e 6 novembre scorsi al teatro Vittorio Emanuele di Messina, c'è da registrare un altro dato interessante: i biglietti pagati a prezzo intero sono stati solo 21, quelli omaggio 46.
A denunciarlo i segretari generali di SLC Cgil Pippo Di Guardo, UILCOM Uil Nino Di Guardo e FIALS Cisal Carmelo Tavilla.
Spulciando i dati delle 3 serate dello spettacolo in cartellone al teatro Vittorio Emanuele, si notano non solo i 221 spettatori (una media quindi di poco più di 60 a rappresentazione in un teatro che conta oltre mille posti), ma anche i 21 biglietti venduti a prezzo intero (25 euro l'uno, 525 euro), i 6 biglietti ridotti cortesia (3 euro ciascuno, incasso 18 euro), i 7 biglietti ridotti del 20% (20 euro, incasso 140 euro), i 25 biglietti ridotti del 40% (15 euro, incasso 375 euro), i 116 biglietti ridotti emessi ad abbonati (incasso 1.370 euro) e, chicca finale, i 46 biglietti omaggio, che hanno comportato un mancato incasso di 1.150 euro.
Ciò significa che i biglietti dati in omaggio sono più del doppio di quelli pagati a prezzo pieno. Per una dirigenza che si fa vanto della propria trasparenza e che ha tagliato i biglietti destinati alla stampa concedendone solo uno, diversamente dalle consuetudini di tutti gli altri teatri, non c'è male.
“Il 16 maggio scorso abbiamo comunicato i dati per le stagioni dal 2009 al 2013 inerenti la gestione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina –spiegano i dirigenti sindacali. In particolare, colpì l'abnorme numero di biglietti omaggio (22 mila) erogati nel tempo e il conseguente mancato incasso, calcolato per difetto, che si aggirava sui 578 mila euro”.
Che i rapporti tra i sindacati e la dirigenza del teatro, la precedente come quella attuale, siano pessimi non è un mistero per nessuno. “Dalla mancata interlocuzione con il presidente Maurizio Puglisi e il soprintendente Nino Saija, ai tagli al personale precario, all'attivazione arbitraria e unilaterale di percorsi di natura contrattuale da parte di quest'ultimo –spiegano i segretari generali di SLC Cgil, UILCOM Uil e FIALS Cisal- fino al regolamento varato il 30 ottobre scorso che intenderebbe disciplinare i rapporti con professionisti esterni all'Ente, ma che di fatto penalizza professori d'orchestra, tecnici e sarte, con questi vertici non si riesce a discutere di nulla dal settembre del 2013, quando Puglisi si insediò.
Nel frattempo è stata varata la stagione artistica e stilato il cartellone unico di musica e prosa 2014-2015. Successivamente è stata avviata in pompa magna la campagna abbonamenti. Soprintendente e presidente hanno pubblicamente affermato che “al teatro tutti dovranno pagare il biglietto: mai più accadrà quanto è successo in passato con l'utilizzo dei biglietti omaggio”. Tutto è accaduto alla presenza di testimonial politici e istituzionali che non hanno fatto mancare il proprio supporto all'Ente, spendendo parole di elogio e sottoscrivendo abbonamenti nell'intento di rilanciare il Teatro di Messina”.
Adesso però, alla luce dei 21 biglietti a prezzo intero sui 221 spettatori totali, è inevitabile chiedere dei chiarimenti. “Ci chiediamo quali possano essere le reazioni di costoro, che immaginiamo identiche alle nostre –dichiarano i sindacati- nel verificare che anche questa nuova dirigenza del Teatro ha iniziato a operare come quella precedente, se non peggio, sul tema dei biglietti omaggio.
Se questo è il nuovo corso e il modo corretto e trasparente di gestire il Vittorio Emanuele, allora siamo seriamente preoccupati sul futuro dell'Ente Teatro e delle ripercussioni che questo sistema avrà sulle maestranze, sia esse in organico che esterne, oltre che sulla città.
Non vogliamo più ascoltare i proclami di facciata o le passerelle di politici ed istituzioni perché questi nuovi Gattopardi possano sedere sulle poltrone più alte del Vittorio Emanuele, per poi ricadere in una gestione clientelare finalizzata ai soli propri interessi di bottega.
Cosa faranno adesso il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, l'assessorato competente, il sindaco Renato Accorinti, il commissario della Provincia Filippo romano e tutti i politici che li hanno sostenuti?”. Ad attendere delle risposte non solo Cgil, Uil e Cisal, ma anche la città, alla quale è stato promesso un nuovo corso che sembra ben lontano dall'essere messo in pratica.