Le negano il diritto al voto, una donna tenta di darsi fuoco

Ada Aliotta appena entrata in Comune (Foto Alessio Villari)

Ha passato tutto il pomeriggio cercando di farsi riconoscere il suo diritto a votare. Ha trovato solo porte chiuse ed indifferenza.

Alla fine, esasperata, ha recuperato due bottiglie di benzina ed è andata in Comune. Ada Aliotta, 44 anni, 2 figli, un nipote ed un passato difficile, fino al 2011 ha avuto l'interdizione al voto. Fino al 2011, appunto.

Quest'anno la elettorale comunale avrebbero dovuto reinserirla tra gli elettori, ma non è stato così. E per ottenere quello che è un diritto che oggi oltre il 50% dei siciliani non ha voluto esercitare, poco dopo le 8 di questa sera si è cosparsa di benzina e ha minacciato di darsi fuoco.

A dare l'allarme un gruppo di ragazzi che sostava davanti al Comue, mentre il segretario cittadino del PD Peppe Grioli, presente sul posto, è riuscito a strapparle l'accendino di mano ed i vigili urbani del corpo di guardia la trattenevano. Una volta entrata, Ada Aliotta ha urlato il suo dolore e la sua rabbia.

“Ho fatto 8 anni per droga, ho scontato anche le pene accessorie, ho avuto l'interdizione al voto per 5 anni fino al 2011, ma adesso votare è un mio diritto e loro me lo stanno negando. Da oggi pomeriggio sto spiegando che c'è un errore della commissione elettorale, ma nessuno mi dà ascolto. Io ho pagato il mio debito con la società, perché devono mancarmi di rispetto in questo modo?”.

Per quanto agitata, Ada Aliotta sa il fatto suo e non cede sul proprio diritto al voto. I vigili urbani si informano, arriva qualche impiegato comunale. Un po' di avanti e indietro e poi la accompagnano in un ufficio. Chiediamo informazioni. I vigili urbani sono cortesi, gli impiegati no.

Sanno perfettamente che è stato combinato un pasticcio dalla commissione elettorale del Comune (presieduta dal Segretario Generale Santi Alligo e composta dai consiglieri comunali Giuseppe Chiarella e Sebastiano Tamà, come si legge in un comunicato dell'ufficio stampa di Palazzo Zanca) e adesso devono rimediare. E' tutto un aprirsi e chiudersi di porte. Anche se ha avuto una vita difficile Ada Aliotta la legge la conosce, almeno per quanto riguarda il diritto al voto.

E quando riusciamo finalmente a parlarle, ci racconta che ad una sua amica che ha cercato di far valere il voto di protesta nel 155 della scuola Cesare Battisti non è stato consentito di esercitarlo perché nessuno aveva idea di cosa fosse. “Io stessa ho parlato con il presidente del seggio -racconta la signora Aliotta- ma nonostante questo la mia amica non è riuscita a far valere il proprio voto di protesta. Siamo in mano a gente che non ha idea di quello che fa. La mia vicenda è la prova lampante. Avrei dovuto essere reintegrata nelle liste elettorali e invece non l'hanno fatto”.

Finalmente, poco prima delle 9 Ada Aliotta riesce a votare proprio in Comune, presso il seggio numero 1. Nessuna soddisfazione, solo l'amarezza di aver dovuto ricorrere ad un gesto estremo per vedere riconosciuto il proprio diritto ad essere considerata una cittadina della Repubblica Italiana.


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