La strana storia del Parco Commerciale di Barcellona

Strana città Barcellona. Al punto che il “particulare” di guicciardiniana memoria diventa un caso nazionale. A farlo diventare tale, forse senza troppa consapevolezza, è il senatore Mimmo Nania. Un glorioso passato missino prima aennino poi alle spalle, per un paio di anni presente in tutti i talk show possibili ed immaginabili e poi caduto nell'oblio quando AN confluì nel PDL. Pietra dello scandalo il Parco Commerciale che dovrebbe nascere nella città del Longano e che ha tra i più strenui oppositori l'Associazione Antimafie Rita Atria ed il giornalista Antonio Mazzeo. 

A provocare la ferma opposizione dell'associazione, l'interrogazione presentata da Nania il 12 gennaio scorso in merito all'istituzione da parte del ministero dell'Interno di una Commissione d'indagine per verificare eventuali condizionamenti della organizzata nell'attività amministrativa del Comune di Barcellona. Necessità questa, resa evidente  dalla procedura adottata per scegliere la localizzazione del parco commerciale. 

“Appare alquanto bizzarro –scrive Santa Mondello, presidente dell'associazione- che un senatore della Repubblica si occupi in maniera così pregnante di una faccenda che  riguarda ufficialmente le vicende locali di una amministrazione comunale, pur essendo quest'ultima quella della città di cui è sindaco il cugino di Nania. E appare altresì inquietante che  il senatore, invece di augurarsi che gli amministratori politici locali mettano a disposizione della Commissione Prefettizia strutture, personale e documenti, senta il bisogno di delegittimare la Commissione stessa e di accusare questa associazione ed il giornalista Antonio Mazzeo. Tutti rei, a suo dire, di aver prodotto “articoli ed interrogazioni dal contenuto distorto e errato”. 

Ma Nania finge di non sapere che questa associazione, insieme all'associazione “Citta' Aperta” non ha prodotto né articoli né interrogazioni, ma un esposto presentato al Prefetto ed alla Procura della Repubblica di Barcellona il 4 gennaio scorso. Esposto che è risultato essere il frutto di una accurata e lunga indagine tecnica, curata da questa associazione dopo aver avuto accesso agli atti. Risulta risibile la tesi del senatore Nania secondo la quale questa associazione, insieme al giornalista Antonio Mazzeo, (da un suo articolo ha inizio tutta la vicenda) sarebbero “ i suggeritori locali” di un esponente politico palermitano. Non è compito di questa associazione ribadire la ben nota indipendenza politica del giornalista Antonio Mazzeo, mentre l'indipendenza politica e partitica dell'Associazione Antimafie Rita Atria è nella nostra storia ventennale. Non abbiamo mai sostenuto candidature politiche o amministrative e mai lo faremo. Da sempre guardiamo ai comportamenti delle persone e non al colore delle tessere di partito da esse eventualmente possedute né agli incarichi politici o istituzionali rivestiti. 

E' ridicolo che solo tre giorni prima, durante una conferenza stampa, abbia deliberatamente fatto il nome del “politico palermitano” identificandolo nel senatore Giuseppe Lumia ed invece eviti di nominarlo nell'interrogazione parlamentare. Rispetto fra colleghi? Dimentica il senatore Nania, che nell'esposto presentato da questa associazione insieme all'associazione “Città Aperta” si indica, con dovizie di riferimenti  ed atti presenti nella documentazione acquisita, l'avvocato Rosario Pio Cattafi come il “dominus” dell'affare Parco Commerciale e che nella primavera del 2011 la DDA di Messina gli ha posto sotto sequestro una serie di immobili e terreni in una indagine riferita alla vicenda del Parco Commerciale. Nania dimentica anche che nell'autunno del 2011 Cattafi è stato definito da un pentito di mafia del clan dei “mazzarroti” il capo dei capi della mafia Barcellonese, come si evince dalla stampa locale. 

Appare inquietante che il vice presidente del Senato della Repubblica, non senta il bisogno né nella interrogazione parlamentare né nella conferenza stampa precedente, di prendere le distanza da un individuo come Cattafi, il cui curriculum giudiziario è stranoto agli organi inquirenti fin dagli anni ‘90. E ci sembra volgare e di bassissimo profilo il tentativo di sollecitare nella popolazione, anzi negli elettori (perché solo questo sono evidentemente per il senatore, i cittadini di Barcellona), il virus del bieco campanilismo quando nella conferenza stampa accusa questa associazione di occuparsi solo del Parco Commerciale di Barcellona e di disinteressarsi i quelli di Milazzo. Accusa peraltro falsa, visto che questa associazione ha in corso un accesso agli atti presso il Comune di Milazzo proprio per la vicenda del Parco Commerciale “Franza” e non si è occupata della nascita dei precedenti parchi esistenti sul territorio solo perché si è strutturata sul territorio nel 2009. 

Ed è interessante notare come dalla interrogazione parlamentare, così come dalla precedente conferenza stampa, emergano nella descrizione dei fatti tecnici riferiti dal senatore, ulteriori e gravi fatti nuovi che saranno oggetto di prossime integrazioni all'esposto del 4 gennaio scorso e che a breve saranno depositati presso il Prefetto di Messina e la Procura della Repubblica di Barcellona. Ed è curioso, infine, che ogni volta che il senatore Nania cita questa associazione la indichi come  “ATRIA “ o “RITA ATRIA”, dimenticando l'aggettivo “ANTIMAFIE”: semplice dimenticanza o lapsus freudiano? Vista la necessità di Nania di far diventare Barcellona un caso politico nazionale, riteniamo giusto e democraticamente doveroso che la politica nazionale e le istituzioni possano valutare i fatti in maniera completa e non parziale. Copia dell'esposto sarà inviata al ministro dell'Interno, al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e a tutti i gruppi parlamentari. Ccompreso, ovviamente, quello di Nania”.

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