La poesia come arte maieutica: “Persistenze” di Stefania La Via
La raccolta poetica “Persistenze “ (Màrgana edizioni, Trapani ,2021 pagine 121) di Stefania La Via, docente di lettere ed attenta ricercatrice del passato, è un florilegio di liriche che, nel sottolineare aspetti e tematiche consuete della quotidianità, non tralascia di ripercorrere a ritroso il tempo, consentendo così, al lettore, di decodificare il presente, alla luce del passato. La lirica introduttiva ”Alla Musa” costituisce il “fil rouge”che connette, tra loro, i testi della raccolta: la banalità del presente, incline a seguire falsi ideali, mette in ombra “la messa in atto della vita”. La poesia di Stefania è limpida e ricercata, apparentemente semplice, entra nel cuore delle cose e riemerge “dai tortuosi meandri carsici”, ritrovando “echi e risonanze perdute”. Compito della poesia alta è individuare la ”persistente permanenza” di qualcosa e farla emergere dopo una completa “lievitazione”. La poesia non deve parlare “ore rotundo “ ma deve suggerire “larvatamente” un'immagine, un ricordo, un paesaggio. La poetessa conduce il lettore per mano tra le tortuose e avite strade di Erice, là dove la classicità permane, dove il passaggio delle civiltà si coglie, dove il mistero della vita appassiona ancora, dove la morte non cancella e dove basta una “password” per entrare nel tempo e poi ritornare indietro. La poesia è una password, essa è capace di inarcarsi facendosi ponte tra opposte
