Il Teatro Pinelli okkupa il PalaCultura

PalaCultura occupato 2
Gli attivisti del Teatro davanti al PalaCultura (Foto Dino Sturiale)
E dopo l'ex Teatro in Fiera, la Casa del Portuale e il Vittorio Emanuele, adesso tocca al PalaCultura. Poco dopo le 11 gli attivisti del Teatro Pinelli hanno occupato (pardon, okkupato) la struttura di viale Boccetta. Un'occupazione simbolica di 24 ore, promettono, per poi arrivare ad una “completa liberazione e restituzione alle proprie funzioni originarie”.
“Il Teatro Pinelli -si legge in un comunicato- dopo lo sgombero di domenica scorsa dalla Casa del Portuale e l'occupazione temporanea del Teatro Vittorio Emanuele, ha riassunto la propria identità itinerante e  continua a muoversi nel perimetro della città di Messina alla ricerca di luoghi pubblici potenzialmente comuni che la pratica burocratica e clientelare, la logica della privatizzazione a tutti i costi o semplicemente l'abbandono e l'incuria hanno sottratto finora alla libera fruizione e al godimento da parte della collettività.

Stavolta abbiamo scelto il Palazzo della cultura Antonello da Messina. Una struttura la cui storia travagliata è uno degli esempi più visibili della sottrazione del diritto alla cultura e alla socialità che i cittadini messinesi hanno subito dalle classi dirigenti locali nel corso degli ultimi decenni.

Progettato negli anni '70, è nato già vecchio alle soglie del ventunesimo secolo, sorgendo su un'area adibita a parcheggio e cancellando importanti tracce della Messina antica che erano stati oggetto negli anni precedenti di campagne di scavi archeologici di cui si è persa ogni traccia nella memoria collettiva”.

A ricordare quest'ultimo aspetto è anche l'architetto Nino Principato, che sottolinea come “nel gennaio del 1982 durante i lavori di sbancamento venne alla luce una necropoli di età imperiale, risalente al periodo compreso tra la fine del I secolo a.C. e il II secolo d.C. I lavori furono sospesi e la Soprintendenza di Siracusa, quella di Messina ancora non era stata istituita, gestì una campagna di scavi enucleando 212 tombe romane e 20 preistoriche, oltre a quattro livelli archeologici. No solo un vastissimo sepolcreto romano, ma anche una necropoli della prima età del Bronzo (1.800-1.600 a.C.), un insediamento dell'età del Rame (2.500-1.800 a. C.) e un altro ancora del Neolitico medio (dal 4.000 al 3.600 a.C. circa) comprendente due tombe a fossa contenenti lo scheletro rannicchiato, le uniche sepolture di quest'epoca conosciute in Italia. Su questo notevole giacimento archeologico che si sarebbe potuto preservare con una variante al progetto, pesano invece le migliaia di metri cubi di cemento del PalaCultura”.

I pinelliani denunciano anche che “dopo l'inaugurazione il PalaCultura a tutto è servito tranne che a ospitare eventi e produzioni culturali degne di questo nome”. In realtà, da diversi anni le associazioni musicali cittadine ne usufruiscono più volte la settimana per i loro concerti ospitando musicisti di fama internazionale, ma evidentemente questa attività non è ritenuta sufficiente.

“Tutti ricordano il suo utilizzo da parte della Società Stretto di Messina per la (contestatissima) presentazione in grande spolvero del fantomatico progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto -prosegue la nota- ma si potrebbero citare le feste private dei principali club service cittadini o i comizi elettorali di importanti esponenti governativi. Ultimo in ordine di tempo quello dell'attuale ministro dell'Interno Angelino Alfano.

C'è voluta la caparbietà di un personaggio come l'attuale sindaco Renato Accorinti perché si ricominciasse a parlare di restituzione dell'edificio alle funzioni per le quali era stato pensato. Fu lui, infatti, quando era un semplice attivista sociale, ad occuparlo per chiedere che nelle sue stanze, fino ad allora  esclusivamente destinate alla burocrazia comunale, fosse ospitata la storica  biblioteca Tommaso Cannizzaro, i cui preziosi volumi erano rimasti per decenni accatastati in una sede inadeguata e pericolosa per la loro buona conservazione.

Nonostante ciò e nonostante il palazzo oggi ospiti  la Galleria d'Arte Contemporanea del Comune e sia finalmente teatro di sporadici eventi come la Notte della Cultura, riteniamo che molto ci sia ancora da fare per una sua completa liberazione e restituzione alle proprie funzioni originarie. La sua odierna gestione è affidata a un soggetto privato e per l'affitto dell'auditorium o di una delle sue sale si richiedono cifre che pochi operatori culturali, in special modo coloro i quali operano fuori dalle logiche del mercato e del profitto, possono permettersi”.

Affermazione quest'ultima che lascia piuttosto perplessi, perché fino a prova contraria produrre spettacoli per guadagnare non è un peccato mortale e mette in moto un meccanismo virtuoso che consente ad artisti, tecnici e maestranze di guadagnarsi da vivere.  Altra cosa è la denuncia del Teatro Pinelli in merito alla gestione vera e propria degli spazi da affittare, assegnata dal Comune con un bando a una società privata che dovrebbe mettere a disposizione dei servizi minimi la cui natura non è mai stata chiarita perché non si riesce a trovare il capitolato d'appalto.

Affittare l'auditorium costa mediamente 800 euro al giorno, ma il vero problema, da quanto denunciano più o meno sottovoce da anni gli addetti ai lavori, è che i servizi di luci e fonia messi a disposizione sarebbero appena sufficienti per un convegno, mentre chi fa spettacoli deve inevitabilmente pagare a parte (sempre alla società che gestisce il PalaCultura) tutti gli extra necessari, che non sono certo pochi. Tra gli extra anche il gasolio per mettere in moto i condizionatori, come hanno imparato a proprie spese prima di Natale gli alunni di una scuola materna, che hanno presentato lo spettacolo scolastico in un'audiotorium gelato.

Gli attivisti del Pinelli promettono che per un giorno “il Palacultura sarà un laboratorio aperto in cui ci si potrà incontrare per riflettere e progettare collettivamente e dimostrare come a costi contenuti e fuori mercato sia possibile mettere in campo una serie di iniziative di alto profilo e alla portata di tutti”. Alle 18 un'assemblea aperta alla città sull'uso dei beni comuni e poi eventi musicali e teatrali.

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