Il no alla TARES, la coerenza e i doveri dei cittadini

Protesta Tares 9
Piazza Unione Europea insudiciata dai manifestanti (foto Dino Sturiale)

La coerenza è tutto nella vita. E così capita di vedere una piazza insudiciata da chi protesta contro una tassa sui rifiuti ritenuta troppo onerosa. Ma capita anche che un sindaco che meno di 24 ore prima aveva detto in conferenza stampa “In piazza a protestare ci sarò anch'io” non ritenga opportuno confrontarsi con chi lo contesta.

E sempre a proposito di coerenza, sarebbe interessante sapere quanti tra coloro che questa mattina hanno manifestato fanno la raccolta differenziata, evitano di sporcare per strada con cartacce e quant'altro, gettano i rifiuti solo negli orari consentiti, raccolgono le deiezioni del proprio cane.

Quattro azioni semplicissime, che in molte altre città rientrano tra le normali abitudini dei cittadini e che a Messina, inutile negarlo, sono praticate da pochissime persone.

Che la Tares sia insopportabilmente alta è fuori discussione, che i bilanci dell'ATO3 (che hanno determinato il costo spropositato di oltre 44 milioni di euro per il 2013) molto probabilmente siano stati gonfiati anche. Che il messinese medio sia ben lontano dagli standard minimi di civiltà pure.

Per averne conferma, è sufficiente dare un'occhiata ai commenti sui social network pubblicati prima di Natale, quando l'assessore all'Ambiente Daniele Ialacqua chiese con molto buon senso di non buttare i rifiuti il 25 e 26 dicembre quando la discarica sarebbe stata chiusa. Basta praticare la differenziata e i rifiuti da buttare nei cassonetti si riducono davvero al minimo. Ma pensare e agire di conseguenza è troppo faticoso. Meglio la battuta idiota su facebook e ridurre la città un porcile piuttosto che tenersi un sacchetto di immondizia due giorni in casa.

Salvo poi lamentarsi quando arrivano i bollettini della Tares e scendere in piazza a protestare. Ma essere cittadini significa assumersi le proprie responsabilità e governare anche. Quindi, sarebbe il caso che i messinesi iniziassero a considerare la città una res publica nel vero senso della parola, invece di usare gli spazi comuni una sorta di repubblica delle banane dove tutto è permesso.

Protesta Tares 5
Tanti gli anziani presenti alla manifestazione

D'altro canto, visto che la tassa sui rifiuti si paga ogni anno, la Giunta poteva svegliarsi un po' prima e definire con maggiore anticipo le esenzioni invece di arrivare a ridosso del primo pagamento, previsto per il 24 gennaio, per indicare le categorie che avranno diritto alle riduzioni e prevedere bollette meno pesanti per chi la differenziata la pratica da tempo già da quest'anno.

E anche qualche lamentela in meno sulla situazione trovata al momento dell'insediamento (non solo rispetto alla raccolta rifiuti ovviamente) gioverebbe all'umore di tutti. Anche perché lo sport di scaricare tutte le responsabilità sugli amministratori precedenti è sempre stata una costante della classe tradizionale e da questo esecutivo ci si aspetterebbe qualche piagnisteo in meno.

Tornando a questa mattina, l'appuntamento per manifestare contro la Tares era alle 10.30. A lanciare l'evento il Comitato 12 gennaio, che ha anche organizzato una raccolta firme e predisposto un documento che domani sarà consegnato al primo cittadino Renato Accorinti e alla presidente del Consiglio Emilia Barrile.

In piazza un migliaio di persone per dire no a una tassa sui rifiuti e servizi che ricadrà tutta sui messinesi. C'erano anche ex consiglieri comunali come Peppe Chiarella o attuali come l'accorintiana Nina Lo Presti, che quando è stato il momento ha votato contro la Tares.

Il dato sorprendente è che in piazza c'erano soprattutto anziani. Pochissimi i giovani (tanto le bollette le pagano mamma e papà, ché per le responsabilità c'è sempre tempo e poi ieri sera si è fatto tardi tra un e l'altro e di alzarsi presto la domenica non se ne parla neppure), scarsamente rappresentate le persone di mezza età e del tutto assenti, com'era prevedibile, gli appartenenti al ceto medio-alto.

Momenti di tensione verso mezzogiorno quando un gruppo di manifestanti ha bloccato la via Garibaldi scatenando le ire di chi si trovava a percorrerla in quel momento, ma poi tutto è rientrato. Ancora qualche slogan contro Accorinti che a dispetto delle porte divelte il primo giorno di servizio (quelle grazie alle quali si poteva controllare l'afflusso al Municipio) ha fatto sbarrare i cancelli di Palazzo Zanca e poi tutti a casa, ché il pranzo è pronto.

A testimoniare le due ore di protesta restava solo una piazza insudiciata dai volantini di chi chiede di pagare di meno la raccolta dell'immondizia. Messina è anche questo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *