I sette peccati capitali, l’ira

suntzu
Il generale Sun Tzu

C'era una volta una ragazza. Un pomeriggio di primavera incontrò un giovane uomo simpatico, carino e disinvolto. I due si frequentarono a lungo e la loro storia funzionò fino a quando un giorno lui chiese: “chi era al telefono?” diventando rosso in viso. “Una mia amica” rispose lei con la voce tremante, sapendo di mentire. Il volto del giovane uomo si trasformò, le vene del collo si potevano contare. E gli occhi erano diversi, lo sguardo era diverso. Lei però, spaventata iniziò a piangere perché sapeva di avere mentito. Fu quella la prima volta in cui la ragazza vide l'ira negli occhi di quell'uomo. Bastò poco per farlo irritare, ma lei non comprese subito cosa il destino le avrebbe offerto di lì a poco…

La storia continuò e più passava il tempo più lei cambiava. Lui più passava il tempo e più diventava violento. Bastava uno squillo in più sul telefonino, una parola detta male, un pensiero diverso da quello del ragazzo e si sfiorava la tragedia. Può l'ira dei “finti” buoni essere la peggiore? Evidentemente sì. La ragazza dal verbo amare passò al verbo temere. Perché è l'ira, l'ira nel senso stretto del termine quella che fa più paura. L'ira non ha ceti sociali, non ha età e non ha neanche educazione. Questa è solo una storia tra le tante che avremmo potuto raccontare. Ma la cosa più difficile è capire.

Probabilmente è un impeto che parte da dentro, è come un vulcano che nel momento in cui si sveglia esplode, solo che quello fa parte della natura. Le cronache giornaliere che ci parlano dell'ira riempiono i giornali. Ma abbiamo continue conferme anche sul lavoro, con gli amici e con i parenti, con gli estranei che incrociamo.

E in quale altro modo si può definire quella che si scatena tra i tifosi allo stadio? Quanti ragazzi morti, quanti quelli feriti. Più volte Messina ha pagato il proprio tributo, da una parte e dall'altra. Nel 2001, al “Celeste” Tonino Currò fu ucciso da una bomba-carta lanciata dai tifosi catanesi. Nel 2009 invece, fu un tifoso messinese a ferire gravemente con una cinghia ad un occhio un ragazzo campano.

L'ira è un sentimento controllabile? Trattandosi di sentimenti probabilmente no, forse è gestibile. Se una persona giovane soffre di questa patologia un genitore non può non accorgersene. Non può e non deve chiudere gli occhi davanti agli scatti di nervi di un figlio o di una figlia. Invece accade, anche nei migliori contesti familiari.

Una volta mi capitò di vedere un noto figlio di papà aggredire verbalmente e fisicamente la propria fidanzata in pieno centro. Non so esattamente da cosa si sviluppò quell'inferno mentale dell'uomo (se si può definire uomo un essere del genere), ma da come andarono i fatti si può affermare che un tale comportamento sicuramente non fu normale.

La cosa buffa è che poi quella ragazza se lo sposò. Che potere hanno i soldi e la notorietà, soprattutto in una città come la nostra…Dante punì gli iracondi immergendoli nelle acque della palude Stigia. Sono in superficie, nudi, insozzati dal fango e si percuotono crudelmente l'un l'altro.

Una volta ho letto una favola a lieto fine e da allora me li immagino tristi e soprattutto soli, con un gran bisogno di essere amati. Ma nella realtà questo non potrà mai accadere, perché chi ama davvero non può fare del male. Chi ama non può essere violento, chi ama non può toccare una donna con prepotenza. Chi ama, ama incondizionatamente. Chi ama, sa amare e sa insegnare ad amare.

Definire l'ira non è facile. Un aiuto può venire dal generale Sun Tzu, lo stratega più abile degli ultimi 2.500 anni. “I governanti non mobilitino l'esercito mossi dall'ira -scrisse nel suo celeberrimo trattato L' della guerra– i comandanti non sferrino un attacco in un impeto di collera. L'ira si trasforma in gioia, la collera in serenità; ma una nazione devastata non si può riportare al benessere”.

Gea Nuccio

Torna a Sicilians dopo una giustificata assenza di 5 anni. Anni che avrebbe fermamente voluto dedicare all'esclusiva cura delle sue passioni: nutrirsi di solo sushi e alette di pollo a giorni alterni, fontane di buon bianco ghiacciato, dormire fino a tardi, costruire un eliporto sul terrazzo di casa in cui fare atterrare Mr Grey per andare a sentire e vedere La Traviata senza fare la fila in autostrada. Purtroppo, nulla di tutto ciò si è realizzato e così eccola di nuovo con noi.

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