Dissesto idrogeologico, al via i lavori a Furci Siculo e Santo Stefano Quisquina

SICILIA. La struttura contro il dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Siciliana aggiunge due tasselli al programma generale di riqualificazione del territorio. Gli interventi riguardano il torrente Pagliara di Furci Siculo, in provincia di Messina, e Santo Stefano Quisquina, nell'Agrigentino, dove la messa in sicurezza del centro storico la si attende da otto anni. Qui la Consolidamenti Speciali SRL di Acireale ha vinto l'appalto con un ribasso del 27,2 per cento, mentre della direzione lavori si occuperà il raggruppamento temporaneo di professionisti coordinato dall'ingegnere Basilio Ceraolo. Al via dunque il consolidamento dell'area a valle della villa comunale, nella parte più antica del paese. La zona è rimasta per anni inibita alla fruizione pubblica a causa dei movimenti franosi che si sono registrati nel versante ovest e sino al fiume Magazzolo. L'opera permetterà il pieno recupero del quartiere di San Vito, eliminando il rischio di altri danni, come quelli che nel recente passato hanno interessato la chiesa Madre e gli edifici vicini che presentano un preoccupante quadro fessurativo. Tra le soluzioni tecniche individuate nel progetto, la regimazione idrica e la bonifica del che dista solo pochi metri dall'aperta campagna. Si procederà infine con il consolidamento del terrapieno su piazza Maddalena. Frattanto a Furci Siculo si inizia a lavorare per la messa in sicurezza del torrente Pagliara. Dopo la gara, la progettazione dei lavori è stata affidata a un team di professionisti che, oltre a pianificare l'intervento di sistemazione idraulica, dovrà eseguire le indagini geotecniche e geologiche. Per porre al riparo il centro abitato da nuove violente esondazioni, come quella che nel 2015 invase il lungomare e la strada statale 114, sono stati stanziati tre milioni di euro. L'obiettivo è quello di archiviare per sempre una situazione di perenne allerta che con il passare del tempo è destinata inevitabilmente ad aggravarsi. L'ipotesi progettuale, sulla cui fattibilità dovranno adesso esprimersi i tecnici, è quella di creare lungo la sponda destra del corso d'acqua una scogliera di massi in calcestruzzo di grosse dimensioni in grado di resistere a sollecitazioni elevate. Una solida barriera che potrà essere rinverdita, dopo il posizionamento, con prato e talee di in modo da renderla compatibile con l'ambiente circostante. Indispensabile anche una sagomatura dell'alveo e un massiccio intervento di pulitura. A causa dei detriti, infatti, il letto del torrente si è alzato in un decennio fino a un metro. Il materiale asportato, dopo un'opportuna caratterizzazione e la verifica di compatibilità, potrà essere eventualmente utilizzato per il ripascimento del litorale limitrofo.