Costanza d’Altavilla, indomita imperatrice e madre dello stupor mundi Federico II
A cavallo tra l'XI e il XII secolo visse in Sicilia la madre dello “splendore del mondo”. Nata pochi mesi dopo la morte del padre, Ruggero II d'Altavilla, secondo la leggenda, in giovane età Costanza d'Altavilla manifestò la volontà di entrare in convento. Ai quei tempi la vita in monastero, soprattutto per le giovani di buona famiglia, non era percepita necessariamente come una imposizione. Diventare monache era l'unico modo per sottrarsi al giogo maschile e riuscire non solo a farsi delle amiche fuori dal nucleo familiare ma, soprattutto, affermarsi in ambito professionale, fino a “valere quanto un uomo” per chi riusciva a diventare badessa. Una sorta di comune nella quale dove le donne erano libere non solo di imparare le classiche arti femminili, come la tessitura e il ricamo, ma anche a leggere, scrivere, la contabilità e anche professioni solitamente maschili come tingere i tessuti, scrivere trattati su vari argomenti come Ildegarda di Bigen, dedicarsi alle arti, dalla pittura alla scultura e alla farmacopea per non parlare della possibilità di montare a cavallo!
Costanza, quindi, avendo pochissime possibilità di accedere al trono, piuttosto che andare in sposa al gaglioffo di turno, decise di rifugiarsi in monastero. Non è stata trovata traccia scritta della sua presa dei voti monastici, anche se Dante la mette tra gli spiriti difettivi. Probabilmente, invece, rimase a corte pur rimanendo la “zia signorina” della situazione fino a quando suo nipote Guglielmo II la diede in sposa, alla veneranda età di 30 anni, a Enrico VI di Svevia. Così, nel 1185, Costanza lascia la multietnica, soleggiata e profumata Palermo per andarsi a sposare con un carusudi 19 anni.
Per i successivi 10 anni la coppia fu impegnata in lotte per l'acquisizione di titoli, intrighi di palazzo, giochi politici con lo Stato Pontificio, il rapimento di Costanza e l'estirpazione del ramo illegittimo degli Altavilla. Dopo tutto questo trambusto, nonostante l'età e in barba agli invidiosi, la regina rimase incinta e, poverina, gliene dissero di tutti i colori, arrivando al punto di affermare che il nascituro sarebbe stato l'anticristo. Alcuni tirarono in ballo perfino Mago Merlino che aveva predetto: “Nascita miracolosa ed insperata sarà. E colui che nascerà sarà agnello tra i lupi, da squartare ma non divorare; e leone furioso tra i suoi”, ma la “quasi-monaca” ebbe un sogno premonitore nel quale il suo erede sarebbe diventato la fiaccola d'Italia.
Durante la strada per raggiungere suo marito Enrico a Jesi, Costanza fu presa dalle doglie e non poté aspettare oltre: fece issare la tenda imperiale nella piazza principale, già foro romano, e in presenza di un notaio e di tutte le donne sposate che volevano assistere, partorì l'erede e poco dopo lo allattò personalmente davanti al popolo, proprio per dimostrare che l'attempata imperatrice aveva partorito e il bambino era indiscutibilmente il suo. Ma le sfide non erano finite per una madre che voleva fare italiano un figlio che il padre voleva tedesco. Nel 1197 a Messina Enrico VI si ammalò di malaria e poco dopo spirò. La prima cosa che fece la regina fu quella di richiamare suo figlio da Foligno e, finalmente, poterlo educare lei direttamente. L'anno successivo, a maggio, il piccolo Federico divenne re di Sicilia e dopo aver affidato il suo fantolino ad Innocenzo III, con l'unica condizione che fosse difeso dai tanti nemici, a soli 44 anni Costanza D'altavilla morì. Lo stupor mundi crebbe quindi senza madre, ma sicuramente il suo amore lo protesse nelle sue peripezie, fino a far bagnare la Sicilia con l'acqua del mare del nord.