Blitz della Guardia di Finanza, coinvolti 16 imprenditori. I nomi

Guardia di Finanza SiciliansNell'ambito dell'operazione “Ultimo Brindisi,” condotta dalla Guardia di Finanza di Catania e coordinata dalla Procura europea di Palermo, sono state arrestate dieci persone, imposti 17 divieti di esercitare l'attività d'impresa e sequestrati beni per un valore di 30 milioni di euro a carico di 17 società e 25 indagati. L'organizzazione oggetto dell'inchiesta è accusata di avere illecitamente commercializzato bevande in Italia, evadendo l'Iva.

Le indagini, protrattesi per due anni, hanno portato all'esecuzione di ordinanze da parte delle Forze dell'Ordine nelle province di Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L'Aquila e Milano. Tra gli indagati figura anche il figlio di un boss della famiglia di Cosa Nostra dei Santapaola.

Il giudice ha emesso misure cautelari, con sei indagati destinati al carcere e altri quattro ai domiciliari, incluso un padre e un figlio consulenti fiscali. I reati ipotizzati spaziano da associazione per delinquere a evasione e frode fiscale, oltre alla bancarotta. Inoltre, 16 imprenditori e un ragioniere sono stati colpiti da una misura interdittiva che impone loro il divieto di esercitare la propria attività per un anno.

L'inchiesta ha rivelato un presunto criminale con base operativa in un deposito di Belpasso, che avrebbe, con la complicità di imprenditori e professionisti, generato un volume d'affari superiore a cento milioni di euro. L'accusa sostiene che l'organizzazione gestisse imprese cartiere e interposte, utilizzando prestanome. Fra i vari addebiti figurano l'acquisto senza Iva di merci fittiziamente destinate all'estero, l'omesso versamento dell'imposta sugli acquisti provenienti da San Marino e la simulazione di operazioni intracomunitarie con una società apparentemente in Bulgaria ma gestita effettivamente in Italia.

Il colpo finale alle attività illecite avrebbe prodotto profitti illeciti di quasi 600.000 euro, ottenuti anche attraverso crediti d'imposta falsi, come corsi di formazione inesistenti per i dipendenti a loro riconducibili. A taluni indagati sono contestati episodi di bancarotta fraudolenta di tre società, depauperate dei loro beni strumentali e vendute a irrisori dopo essere state gravate da debiti tributari.  In cella sono finiti i catanesi Filippo Intelisano, Milena Bulla, Fabio Spina, Vincenzo e Andrea Maria Carelli, il salernitano Concordio Malandrino. Arresti domiciliari per Virgilio Papotto (Catania), Christian Parisi (Catania), Gianluca Russo (Catania), Settimo Carlo Abate (Paternò).  Misura interdittiva per Antonio Di Giorgio (Catania), Domenica D'Agata (Catania), Marzia Concetta Greco (Catania), Enrico Romeo Liotta Guarnieri (Catania), Carmela Anfuso (Catania), Sebastiano Piro (Acireale), Pietro Agatino Mazzeo (Catania), Francesco Marino (Catania), Claudio Ricci (Roma), Alessandro Brugnoli (Roma), Marco Ziccardi (Roma), Fabio Zagolin Bettin (Padova), Roberta Indraccolo (Milano), Giuseppe Angemi (Catania), Rosa D'Amico (Merì, Messina), Carmine Costantino (Terme Vigliatore, Messina), e Gabriele Natale Costantino (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina).