Aziende fantasma e false assunzioni tra Barcellona e Milazzo, 6 imprenditori e un consulente indagati dalla Guardia di Finanza
MESSINA. Frode fiscale a barcellona Pozzo di Gotto, coinvolte 51 persone. Per un consulente del lavoro e sei imprenditori arriva il divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale per un anno. Le aziende coinvolte hanno sede in paesi della costa tirrenica messinese. Per tutti l'accusa è di truffa aggravata ai danni dello Stato. A eseguire le misure i finanzieri del Comando Provinciale di Messina, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Le Fiamme Gialle della Compagnia di Milazzo e della Tenenza di Barcellona Pozzo di Gotto, coordinati dal Gruppo della Guardia di Finanza di Milazzo, hanno scoperto un articolato disegno criminoso, ideato per ottenere indebiti vantaggi fiscali, compensi e indennità, manifestando assunzioni fittizie di lavoratori.
Nel dettaglio, i sei imprenditori indagati, con la determinante partecipazione di un consulente del lavoro, hanno creato le società oggetto d'indagine (risultate improduttive e prive di struttura aziendale) per instaurare fittizi rapporti di lavoro, anche di breve durata, sufficienti a giustificare le illecite richieste di indennità contributive.
Le investigazioni, sviluppate in collaborazione con gli Ispettori dell'Inps, hanno preso il via dal monitoraggio di alcune imprese che in modo anomalo beneficiavano di cospicue agevolazioni previdenziali, con particolare riferimento al cosiddetto “bonus Renzi”.
Le false assunzioni consentivano di giustificare in un secondo momento l'indebita percezione dei contributi assistenziali a sostegno del reddito, legati alle indennità Covid-19 e principalmente alla cosiddetta NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego). Quest'ultima consiste in una prestazione sociale che serve a garantire una tutela economica ai lavoratori subordinati che hanno perduto involontariamente l'occupazione, garantendo loro la corresponsione del 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni.
Le indagini hanno permesso di scoprire come la procedura messa in piedi consentisse anche l'ulteriore vantaggio di fornire l'opportunità di costituire, in capo ad alcuni lavoratori, una propria posizione contributiva, tale da permettere la fruizione, in futuro, addirittura della pensione. Complessivamente, nell'ambito dell'intera indagine, sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto ben 51 persone.
Alla luce del grave quadro indiziario raccolto, il GIP del Tribunale di Barcellona PG, su richiesta della Procura della Repubblica, riconoscendo la “peculiarità del meccanismo fraudolento prefigurato e la sua predisposizione all'evidente ed esclusivo illecito fine di ottenere le peculiari erogazioni assistenziali a vantaggio di un cospicuo numero di beneficiari”, ha disposto, nei confronti del professionista e degli imprenditori coinvolti, l'applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale per la durata di un anno. Inoltre, è stato applicato nei confronti di gran parte degli indagati il sequestro delle somme indebitamente percepite con la frode per 200.000 euro. L'operazione conferma ulteriormente il costante impegno della Guardia di Finanza, quale unica forza di polizia a competenza generale in materia economico-finanziaria, a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche, atteso che l'indebito accesso a prestazioni assistenziali e a misure di sostegno del reddito genera iniquità e mina la coesione sociale, soprattutto nel periodo attuale di significativa crisi economica ed in cui maggiore è la necessità che le risorse pubbliche vadano a vantaggio di chi ne ha davvero bisogno.