Umanità e Cosmo fra karma e dharma, l’astrologa Valentina Barresi: “Urge cambio di rotta, solo così ci salveremo”
Acquario ascendente Cancro. Talento autodidatta che studia le stelle da quando aveva 13 anni e alimentato da infinite letture di egregi maestri. Lei è Valentina Barresi, palermitana, che ci tiene subito a precisare che “un astrologo non è un indovino”. Poi ricorda che il precettore a cui vuole più bene è stato suo cugino Valerio Maria, di cognome Cortese, che nella Palermo degli anni ’80 è stato il primo a insegnare astrologia creando dei corsi biennali all’ENDAS, Ente nazionale democratico di azione sociale che com’è noto si occupa di attività sportive, ricreative, sociali e culturali. Per Valentina, nel corso dell’adolescenza, arriva poi l’interesse per l’arte e il teatro, lo yoga, i tarocchi e la numerologia. Eclettica sì, non lo si può negare, mentre dell’astrologia ne fa una professione. Fra i suoi luoghi del cuore c’è Londra, dove poco più che ventenne passa molto tempo nelle librerie cercando ciò che allora in Sicilia non si trovava neanche a pagarlo a peso d’oro: scritti e ricerche sulle sue amate stelle, firmati tra gli altri da Liz Greene, Dane Rudhyar, Stephen Arroyo, Jeffrey Wolf Green e André Barbault, pilastri dell’astrologia mondiale alla base della sua formazione insieme a Carl Gustav Jung.
Valentina, lei si occupa di un argomento tanto antico da risalire alla notte dei tempi: l’astrologia. Secondo la definizione si tratta di un insieme di tradizioni e credenze prive di fondamento scientifico in base alle quali movimenti e posizioni degli astri rispetto alla Terra influiscono su di essa e sugli accadimenti collettivi e individuali di noi esseri umani. Ma se si tratta solo di credenze e tradizioni, perché scienziati come Galileo Galilei e Keplero facevano oroscopi? “Come ha giustamente sottolineato l’astrologia risale alla notte dei tempi e perciò ha studi talmente antichi che rimontano a Babilonia, all’Antico Egitto e all’India vedica e io aggiungo che ha legami fortissimi con discipline come l’antropologia e la psicologia. Dall’antichità fino al 1600 l’astrologia è stata considerata una branca dell’astronomia. Galileo ha redatto il suo stesso quadro astrale, quello delle due figlie e, ben più noto, quello di Cosimo de’ Medici. Nel suo “De fundamentis astrologiae certioribus” Keplero riconosce la dignità dell’astrologia competente, quella che si basava su un’attenta osservazione dei cieli e che non poteva essere compresa da chiunque si improvvisasse lettore e interprete di costellazioni o del passaggio di una cometa, ma che era piuttosto un esercizio per dotti. Vista in quest’ottica potremmo persino spingerci a rintracciare legami tra scienza e astrologia. Dal ‘600 in poi, però, l’Occidente vira sulla strada della scienza alla quale sacrifica tutto ciò che non ne fa strettamente parte, facendo così rientrare l’astrologia tra le pratiche dell’occulto. Quel momento storico è un momento di scissione tra fisico e metafisico. Una scissione che, in quanto tale, nuoce in qualunque caso sia al campo fisico che a quello metafisico. Si rompe infatti allora la visione dell’Uno, quella che vede qualunque cosa esistente, e quindi anche l’essere umano e il pianeta Terra, come parte di un Tutto. Insomma, avviene in quel momento una frammentazione che, non solo a mio avviso, indebolisce sensibilmente una capacità che oggi sarebbe molto utile all’essere umano: quella di integrare la scienza con la coscienza. Lo stesso Jung del resto, che non è certo l’ultima ruota del carro nel panorama della psicanalisi, della psicologia e dell’antropologia, ha criticato il metodo scientifico quando ha affermato che il primato delle scienze naturali ha cancellato una saggezza antica e utile. Una saggezza che, l’ho appena detto e lo ribadisco, sarebbe indispensabile all’uomo moderno che da troppo tempo punta sempre più al progresso tecnologico e sempre meno all’evoluzione spirituale. Detto ciò, vorrei precisare che noi astrologi non siamo affatto contro la scienza. Al contrario, ne abbiamo massimo rispetto e ne conosciamo bene tutti gli aspetti positivi e imprescindibili solo che ci rendiamo conto del fatto che è assolutamente controproducente da parte della scienza il tentativo di sovrastare la natura. È evidente che tutte le volte che prova a farlo i risultati sono sempre deleteri”.
Valentina, vorrei proseguire con una domanda diciamo ex abrupto che credo in questo momento le farebbero in molti: gli astrologi avevano previsto per questo 2020 l’arrivo di una pandemia? “L’intera comunità degli astrologi, data la posizione del pianeta Urano nel segno del Toro, si aspettava nel 2020 calamità naturali che avrebbero stravolto l’umanità e il pianeta. Chi aveva citato però la possibilità di una pandemia, e non tanto di una guerra o di catene di terremoti, era stato il grande astrologo francese André Barbault, scomparso il 7 ottobre 2019: uno studioso che la Federazione degli astrologi francofoni ha identificato come uomo chiave nello sviluppo dell’astrologia del secolo scorso”.
Prima di tornare all’argomento coronavirus e dirci qualcosa in più su questo Urano in Toro, può spiegare ai profani come si fa a leggere il futuro attraverso le stelle? “Per evitare il rischio di non essere del tutto compresa torno a Barbault e cito una sua famosa frase: “Tutto è relativo e nulla è certo”. Con ciò Barbault voleva dire che non credeva che un astrologo potesse, e men che mai dovesse, emettere previsioni certe. Il suo pensiero è stato sicuramente rivoluzionario. A lui dobbiamo l’introduzione nell’astrologia del concetto di “cicliche planetarie” secondo cui esiste un indice di concentrazione planetaria che misura l’allineamento dei pianeti tra loro rispetto al Sole e da cui si generano delle informazioni evolutive sugli esseri umani. Queste cicliche planetarie descrivono insomma mutamenti e movimenti dell’umanità, i suoi momenti più rilevanti, i quali si riverberano e fanno poi leva sugli aspetti personali di ciascuno di noi. Da qui l’idea di Barbault di un legame fra astrologia e psicologia. Ecco, in sintesi, come si legge il futuro attraverso le stelle”.
Ha parlato di psicologia… Alcuni psicologi, e così pure i detrattori dell’astrologia, credono che l’essere umano ne sia attratto per la sua tendenza alla “conferma”, ossia a cercare e assecondare qualunque informazione sia riprova di ciò in cui crede. In tanti pensano poi che gli astrologi facciano gli oroscopi in maniera assolutamente generica e ampia in modo tale che chiunque di noi vi si possa ritrovare. Cosa ci dice in merito? “Rispetto alla tesi della “conferma” dico che il già citato Gustav Jung non la pensava così. La sua teoria sulla sincronicità parla infatti di condizioni energetiche che si incontrano e finiscono per unirsi e cospirare affinché si realizzi ciò che desideriamo, siano questi nostri desideri consapevoli o inconsapevoli, portatori di risoluzione o di disgregazione. Jung parla poi delle cosiddette “coincidenze significative” che si verificano quando due o più eventi che apparentemente non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro presentano comunanza di significato. Senza entrare ora strettamente nel merito della teoria, voglio sottolineare solo che la sincronicità è collegata all’astrologia, così come del resto a tutte le pratiche divinatorie perché queste, per poter interpretare gli accadimenti e prevedere in una qualche misura il futuro, si basano sulla ricerca di coincidenze. Di notevole importanza nella ricerca e pratica di Jung fu poi il valore degli archetipi e dei simboli. L’inconscio si manifesta essenzialmente attraverso delle immagini di cui è necessario conoscere il linguaggio e analizzare le proprietà attive a livello psichico ed energetico. Tutta l’astrologia è basata su immagini simboliche profondamente pregnanti che per l’Occidente appartengono, per esempio, alla mitologia greca e per l’Oriente, per l’astrologia vedica, alla mitologia Indù, e queste si ricollegano in maniera imprescindibile alla natura, all’essenza umana e alle ragioni e modalità della sua espressione più autentica e rivelatrice. Ecco quindi emergere con chiarezza il significato e la potenza della pratica astrologica, se correttamente usata, nel processo di “individuazione” tanto importante nella pratica psicoanalitica junghiana. Dunque l’astrologia serve fondamentalmente allo studio dell’anima e della psiche: uno studio che si intraprende se si ha la voglia e il coraggio di affrontare un viaggio, non privo di imprevisti, all’interno di se stessi e delle proprie ombre, delle proprie oscurità e delle proprie morti, rinascite e quant’altro faccia autenticamente parte dell’Essere. Quanto al fatto che tra gli astrologi ci sia chi fa oroscopi in modo generico per ottenere consenso e pubblico, specificherei che ciò accade nel mondo del business e non in quello dell’astrologia con la “a” maiuscola. Come d’altronde aveva già sottolineato lo stesso Keplero, no?”.
Di cosa parliamo quando parliamo di astrologia karmica? “Direi che parliamo di fisica, di cause ed effetti. Se gettiamo una pallina questa cade a terra e se il piano su cui cade è inclinato inizia a rotolare verso il basso acquisendo sempre più forza e velocità. Allo stesso modo, se compiamo un’azione, questa avrà inevitabilmente un effetto a livello energetico perché l’azione produrrà uno spostamento dell’energia stessa. Inoltre, più inclinato sarà il piano su cui la pallina rotola più l’impatto che avrà sugli oggetti che incontra durante il percorso sarà significativo. Se poi non dovesse incontrare alcun oggetto sul suo cammino andrà ancora più veloce e comunque, in un caso o nell’altro, differente sarà il suo arrivo a destinazione. Ora, da un punto di vista fisico, tutto ciò che riguarda il pianeta, l’umanità e quindi ciascuno di noi è da ricondurre all’energia elettromagnetica presente nel cosmo e alla quale ogni cosa è collegata. Esistono molteplici approcci all’astrologia, un po’ come ne esistono ormai tanti in psicanalisi, ma io direi che quello karmico più che “un approccio” è “l’approccio”. In sanscrito karma significa “destino”, inteso però non come forza incontrastabile e misteriosa, ma come insieme di circostanze che l’essere umano crea attraverso le azioni che compie. Diciamo che è un destino segnato da un libero arbitrio, sia esso espresso in modo conscio che inconscio. Ciò significa che noi creiamo la nostra realtà compiendo delle azioni anche non necessariamente tangibili o volute, e qui possiamo ricollegarci a Jung e alla sua teoria della sincronicità. Il punto però è che per vivere a pieno la vita è necessario scoprire il proprio dharma. Ecco perché si suole dire “se segui il dharma avrai un buon karma”. Dharma, sempre in sanscrito, significa “verità” ma anche “come le cose dovrebbero essere” nel senso di come dovrebbe essere la nostra esistenza affinché ciascuno di noi possa essere autenticamente felice e soddisfatto proprio perché sta seguendo il suo vero cammino. Noi veniamo sul pianeta Terra con lo scopo di manifestare la nostra vera natura, il nostro dharma appunto, quelle azioni che ci servono per reintegrarci rispetto ai progressi e ai debiti che ci portiamo appresso. Progressi e debiti che appaiono chiaramente nel nostro quadro astrale”.
Perché, oggi, pare proprio che abbiano la meglio i karma negativi che si manifestano in termini di diffusa insoddisfazione e poca felicità? Non siamo proprio in grado di portare alla luce il nostro dharma? “Tanto più i tempi sono marcati dal senso dell’importanza della natura esterna delle cose, dal dover raggiungere obiettivi materiali “dimostrativi” del proprio valore, tanto più è difficile per l’essere umano conoscere se stesso, come del resto ci indicava anche Socrate o se vogliamo come Platone diceva ci fosse scritto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, “Conosci te stesso”. Un motto che è alle radici della nostra cultura, oltre che di quella orientale evidentemente. Ti conosci e a partire da qui puoi evolvere. Per colui o colei che io definisco “homo sapiens”, per intenderci la persona concreta per eccellenza e che fatica a schiodarsi dalla sua visione parziale dell’esistenza, l’evoluzione diventa un percorso davvero troppo in salita e la felicità vera può rivelarsi una chimera. Perché il raggiungimento dell’autentica “felicità” passa necessariamente attraverso il trascendere tutto, l’andare incontro a se stessi, incontro alla realizzazione del dharma, laddove, attenzione, non stiamo parlando di quel concetto illusorio di felicità che noi occidentali, anche se alcuni di noi sempre meno, abbiamo in testa data l’educazione che ci hanno impartito. Parliamo piuttosto di una felicità intesa come pienezza e soddisfazione, di un sentimento e non di una meta da raggiungere attraverso chissà quale sforzo di volontà. Ci riferiamo a uno stato di coscienza che passa attraverso la comprensione dell’abbondanza in senso lato: abbondanza che esiste in noi e intorno a noi e che dobbiamo individuare e cogliere nel nostro esistere e in un fare correlato alla verità cosmica di cui tutti siamo una parte costantemente cangiante e non lineare. Sembra difficile detta così, ma non lo è più nel momento in cui accettiamo che l’esterno è la materializzazione di tutto ciò che noi emettiamo energeticamente e spiritualmente. Ripeto, l’astrologia ci mette in contatto con tutto questo e ci aiuta a ri-conoscerci”.
Anno 2020. Anno della pandemia del COVID-19. Cosa sta succedendo al nostro pianeta, all’umanità e quindi al singolo individuo? “Il nostro pianeta, l’umanità e il singolo individuo in questo momento si trovano dentro una sorta di frullatore evolutivo, specchio delle situazioni astrologiche in atto e che ora cercherò almeno in parte di spiegare. Tale

Insomma, il nostro futuro dipenderà da noi. Se a livello personale seguiremo la strada della consapevolezza e saremo rispettosi verso il prossimo, se i nostri politici riusciranno a fare delle scelte oculate nella direzione del cambiamento decidendo di investire di più sulla Sanità, sulla Scuola, sul sociale, sull’economia sostenibile e sul rispetto verso il pianeta Terra potremo godere di un domani felice. Tutto molto bello, ma se Tommaso Moro ci stesse ascoltando forse interverrebbe menzionando la parola “utopia”. “Sicuramente Moro la menzionerebbe, ma i temi centrali per l’umanità nei prossimi 6 anni sono essenzialmente quelli che ho indicato. Io sono positiva, perché non è tutto così peregrino come sembra: la rinascita, o ripresa come la chiamano alcuni, interessa tutti. La Terra ci sta imponendo le sue necessità e noi esseri umani, seppur lentamente, possiamo trovare soluzioni per accogliere il cambiamento epocale che è arrivato. E quando e se ci riusciremo non solo sopravviveremo, ma cresceremo ed evolveremo perché saremo passati attraverso una presa di coscienza collettiva. Concretizzo con un concetto: noi italiani, e purtroppo non siamo i soli, siamo abituati a delegare ai politici, ma la democrazia non è un’entità che giunge dall’alto, non è una mamma che risolve i nostri problemi. La democrazia va partecipata, va resa autenticamente possibile per esempio attraverso maggiori attività referendarie, manifestazioni pacifiche, class action e quanto sia su questa lunghezza d’onda. Ripeto, quello del cambiamento in meglio non è un pensiero così peregrino perché oggi ci sono sempre più persone consapevoli e che non si trascinano nella loro vita pensando solo al lavoro, a mangiare, a dormire, a comprare, a distrarsi e a non staccare il naso dal loro orticello. C’è un aumento di individui consapevoli, quelli che si stanno evolvendo dallo stato di “homo sapiens” e che sono alla ricerca di un maggiore equilibrio, tengono molto in considerazione la guarigione fisica, interiore e spirituale e pertanto marciano nella direzione dell’equilibrio generale del cosmo. Vada come vada, sarà comunque il 2025 l’anno in cui, secondo me, vedremo dei risultati più stabili sul piano della consapevolezza e anche sul fronte pratico”.
Continuo a nutrire perplessità… Ammesso che un Paese come l’Italia possa imboccare il cammino del cambiamento, come la mettiamo con super potenze come Cina, Stati Uniti o Russia che non sembrano certo indirizzate a “peace and love”? Come si fa con i problemi di povertà e sovrappopolazione, con le banche e la finanza, con le multinazionali farmaceutiche o con quelle alimentari che per produrre la quantità di carne richiesta dal mercato non solo inquinano ma sottopongono gli animali a indicibili crudeltà? “Ripeto: non è certo facile né lo sarà. Ci vuole tempo. Le tematiche alimentari, quelle dell’ecologia, dal disboscamento allo scioglimento dei ghiacciai, della povertà, della sovrappopolazione e delle banche sono tutte riconducibili alla posizione di Urano nel segno del Toro, il quale, ci piaccia o no, non ci lascerà continuare sulla vecchia strada. Il conto ce lo ha già presentato e continuerà a farlo se non cambieremo rotta. E se non cambieremo rotta quando Urano entrerà nel segno dei Gemelli l’umanità si potrebbe “spaccare” in maniera ancora più evidente. Il clima potrebbe degenerare in uno stato di follia dissociativa collettiva e in un pericoloso, se non ben gestito, potere dell’intelligenza artificiale”.
Beh, ci auguriamo proprio di no. Infine un’ultima e non meno importante domanda: perché rivolgersi a un astrologo di fiducia e non tirare fuori da internet la propria mappa astrale? “Torniamo alla differenza tra l’astrologia con la “a” maiuscola e il businnes. Le mappe astrali che troviamo su internet sono astrologia massificata. Ciascun astrologo sceglie come fare astrologia e ha un suo imprinting e una sua preparazione. C’è chi opta per fare astrologia di massa, sicuramente utile a distrarre e intrattenere il pubblico, e si limita a occuparsi solo del segno astrologico. C’è chi, invece, sceglie di dedicarsi all’analisi profonda. Quest’ultima tipologia di astrologo studia su testi la cui validità è data dalla capacità comprovata dei maestri di riferimento di lavorare con la statistica, di analizzare molto bene il simbolo, i transiti, le progressioni e tutto ciò che è necessario per giungere a un esame dettagliato dell’essere umano in relazione al cosmo. Deve sempre avere sotto controllo il proprio quadro astrale e possibilmente quello delle persone a lui più vicine grazie alle quali studia costantemente e deve soprattutto avere coscienza di sé per poter aiutare chi si rivolge a lui chiedendogli di entrare dentro ciò che lo riguarda. Questo genere di astrologo, infine, viene retribuito per la sua preparazione, per il suo livello di capacità elaborativa, comunicativa e di sensibilità nei confronti della persona che lo consulta e per la già menzionata consapevolezza del sé e in qualche modo del mondo e del tutto”.
Di seguito i link degli articoli che hanno previsto la pandemia: