Serie D. Messina, una rondine non fa primavera ma qualcosa è sbocciato
Il Messina è tornato in campo dopo la batosta contro il Football Club: uno 0-3 seguito da una settimana di dimissioni, contrordini vari e cambi all'interno dello staff tecnico. L'arrivo di Karel Zeman (e il ritorno di Rando “dietro la scrivania”, e quindi sempre nel sodalizio peloritano), figlio del grande tecnico boemo e quindi della stessa scuola di Giacomo Modica, allenatore dei biancoscudati due anni fa, appare più come un appiglio al quale aggrapparsi per dare un cambio di marcia netto e convincente a una squadra obiettivamente inguardabile in questi primi due mesi di campionato.
Ora, la vittoria di ieri contro il Corigliano, squadra con alcuni elementi interessanti (Catalano su tutti) ma obiettivamente nei guai per via dei tanti problemi a livello societario (anche se il Messina ha sofferto con squadre ben più in difficoltà, vedi il Roccella) deve innanzitutto portare entusiasmo, sia per il risultato largo che per la voglia messa dai giocatori in campo. E' davvero difficile poter dare un giudizio al lavoro di Zeman dopo un paio di allenamenti, però la sensazione è che qualcosa sia cambiata nella testa dei calciatori, e di conseguenza anche la benzina nelle gambe è venuta da sé, ma attenzione, perché una rondine non fa certo primavera, e già domenica contro il Biancavilla, secondo in campionato, gli uomini del neo tecnico saranno chiamati a una prova importante.
Tornando al match di Corigliano: l'impegno, come prima cosa, è stato evidente, persino da coloro che sono sembrati più in difficoltà, vedi Coralli, al quale pesa come un macigno la mancanza di ritmo partita nelle ultime settimane, ma questo non gli ha impedito di lottare su ogni pallone, anche se la maggior parte delle volte non è riuscito a mantenerne il possesso. Un ritrovato Crucitti, che ha letteralmente trascinato i suoi specialmente dopo lo svantaggio iniziale a firma di Talamo: da vero capitano si è messo la squadra sul groppone e l'ha portata al successo, con una doppietta e altre giocate importanti nella ripresa. L'ottima prova del centrocampo, spinto da una prestazione maiuscola da parte di Cristiani e più in generale di tutta la fascia sinistra, con un Fragapane rinvigorito e un Orlando costantemente pericoloso, suo tra l'altro il gol che ha messo in ghiaccio il match al quarto d'ora del secondo tempo. La fase difensiva, nonostante la dormita collettiva sul gol calabrese, ha reagito bene e sia Ungaro che Giordano se la sono cavata egregiamente, anche perché i vari Catalano (assist man indiscutibile), Talamo e Cosenza (sette gol complessivi in campionato) non sono certo avversari da prendere sottogamba. Solita e solida prestazione per il portiere Avella, una saracinesca sicura per il reparto arretrato. Una nota di merito anche ad Esposito, attaccante con oltre 150 gol in carriera, che finalmente si è sbloccato con un siluro da dentro l'area di rigore volto a sfogare tutta la sua rabbia dopo un inizio dannato per lui con un infortunio e prestazioni ben al di sotto delle sue capacità.
Si è chiuso così quindi un 4-1 netto e meritato per il Messina, e il viaggio di ritorno dalla Calabria è stato sicuramente più sereno e con qualche sorriso in più, anche perché è stata senza alcun dubbio la prestazione migliore di questa stagione (difficile fare peggio eh). Bisogna guardare poco ai risultati delle altre, il Palermo nonostante la sconfitta resta pressappoco irraggiungibile e il campionato non sembra essere in discussione, ma quantomeno l'obiettivo secondo posto può ancora essere raggiunto, e la partita di domenica al San Filippo contro il Biancavilla sarà un banco di prova da non fallire.