Sequestrata la discarica di rifiuti non pericolosi della TirrenoAmbiente
Nuovo ciclone sulla TirrenoAmbiente e sulla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea. Stamane alle 11.30 i carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, insieme al Nucleo Operativo Ecologico di Catania, hanno sequestrato la discarica per rifiuti non pericolosi di contrada Zuppa.
Due giorni fa la parlamentare europea Sonia Alfano aveva chiesto il commissariamento del sito.
Il provvedimento di sequestro, che vieta quindi il conferimento dei rifiuti, è stato emesso dal GIP del Tribunale di Barcellona PG su richiesta della Procura della Repubblica
“Il decreto è stato adottato nell'ambito delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto -spiegano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina- a seguito della relazione elaborata dalla Commissione ispettiva per la verifica degli atti relativi alle discariche private per rifiuti non pericolosi site nel territorio siciliano, istituita con il decreto assessoriale n° 54 del 17 gennaio scorso”. Ulteriori dettagli durante la conferenza stampa che si terrà oggi alle 17 nella sede del Comando provinciale.
A chiedere il commissariamento del sito proprio nei giorni scorsi l‘europarlamentare Sonia Alfano, che ha ribadito “come sia palese che la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea è un'opera interamente abusiva sotto il profilo urbanistico ed edificatorio, staticamente instabile e pericolosa, che insista in un'area a rischio idrogeologico e a distanza non regolare dal bacino idrico protetto nel quale si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari.
Tutte queste situazioni di evidente illegalità, aggravate dalla mancanza di un adeguato studio geologico, determinano una preoccupante situazione dalla quale potrebbe derivare un improvviso crollo con sversamento incontrollato di percolato nell'alveo del torrente Mazzarrà. Tali fatti sono stati definitivamente accertati durante la conferenza di servizi tenuta a Palermo al Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti”.
Secondo la Alfano, le opere edili “che insistono nell'impianto sono state realizzate in difformità allo strumento urbanistico del Comune di Mazzarrà Sant'Andrea e, a quanto è dato conoscere, prive di concessione edificatoria. Stessa cosa si può evidenziare relativamente all'impianto di percolato e alle relative vasche di accumulo, che sembrerebbe siano state realizzate in assenza di qualsivoglia titolo di concessione o autorizzazione”.
Aggiornamento delle 18.52
Tre gli indagati: il direttore generale di TirrenoAmbiente Giuseppe Antonioli, l'ex amministratore delegato Pino Innocenti e l'ex presidente Antonello Crisafulli.
Lo sviluppo delle indagini dei Carabinieri, supportati da tecnici del settore, ha permesso di accertare la realizzazione di lavori di sbancamento propedeutici a un ulteriore ampliamento della discarica nonostante la totale assenza di autorizzazioni edilizie. Tra l'altro, l'abbancamento di rifiuti nella discarica violava le prescrizioni previste nelle autorizzazioni concesse.
Secondo gli inquirenti sono stati conferiti in discarica oltre un milione di metri cubi di rifiuti in più rispetto a quelli previsti, accatastati e con il rischio quindi di provocare frane, con notevole pericolo per l'ambiente e per l'incolumità delle persone. Nel corso degli accertamenti è stato inoltre accertato “che sulle pareti della discarica esistono situazioni di criticità, con fuoriuscita di percolato e che le acque sotterranee della discarica presentano notevoli indici di inquinamento.
La discarica di Mazzarrà Sant'Andrea è da tempo sotto i riflettori, anche a causa della condanna a 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa dell'ex presidente del Consiglio di Amministrazione Sebastiano Giambò, per reati connessi con la carica ricoperta nella società.