Progetti e nuove idee per il futuro del forte Menaia-Crispi

Campo Italia“Se guardi l'orizzonte vedrai uno dei luoghi più belli del mondo, ma se abbassi gli occhi a terra sono solo macerie”.

Dicono più o meno così i messinesi a cui capita di fare un giro a Campo Italia, sopra la vallata dell'Annunziata.

Il luogo potrebbe davvero essere suggestivo. Dalla strada che dal popoloso quartiere della zona nord si inerpica sui colli si dominano a un certo punto sia lo stretto di Messina quanto il fino alle Eolie, tuttavia è stato sempre destinato ad usi non in particolare accordo con l'estetica e la contemplazione.

A Campo Italia c'erano il sanatorio della città, la famigerata discarica cittadina di Portella Arena, che incombe sul torrente Pace e che è ancora in attesa di bonifica,  e numerose installazioni militari oggi in disuso: il deposito di munizioni attivo fino a pochi anni fa (la cosiddetta polveriera) e il forte Menaia-Crispi, appartenente alla vecchia cerchia umbertina.

Quando si arriva in vista del vecchio ospedale le prime cose che si notano sono un paio di fronti franosi che feriscono i fianchi delle colline e le consuete montagnole di inerti , materiali di scavo, pezzi di amianto e vecchi sanitari.

La discarica ufficiale è ferma da almeno 16 anni, ma l'abitudine di utilizzare i luoghi circostanti per gettare ogni sorta di rifiuto è dura a morire.  “Bruciano ancora copertoni e ogni sorta di materiale plastico quassù -racconta Ciccio Mucciardi, consigliere di Cambiamo Messina dal Basso alla Quinta Circoscrizione e autore delle foto. Le tracce di queste attività sono ben visibili, sono cose che sanno tutti, ma al quartiere denunce circostanziate non ne abbiamo mai ricevute”.

Le denunce le faceva invece Daniele Ialacqua, quando era presidente di Legambiente e poi segretario cittadino di Rifondazione e in seguito di SEL.  Le condizioni che fanno di Portella Arena una bomba ecologica pronta ad esplodere sono state oggetto nel corso degli anni di documentati dossier che non hanno mai trovato riscontro  nell'attività delle istituzioni.

“Noi del consiglio della quinta però abbiamo effettuato un sopralluogo non appena insediati” continua Mucciardi “ e siamo tornati nella zona  anche l'autunno scorso. E'tutto agli atti. E' in questa occasione che abbiamo rivolto la nostra attenzione ai numerosi edifici militari in stato d'abbandono” .

Il  Menaia-Crispi risale alla fine dell'Ottocento, come la maggior parte delle fortificazioni collinari, ma poiché l'uso del plesso si è prolungato fino alla fine degli anni '90 del secolo scorso, tutta l'area è punteggiata da costruzioni del tutto prive di interesse architettonico, in gran parte fatiscenti. Campo Italia 2

Bunker, torrette d'osservazione, depositi dai tetti in amianto pieni di rottami e . Gli unici utilizzatori del plesso, se si escludono coppiette, borseggiatori e greggi di pecore, sono i ragazzi di un associazione che pratica il soft air, un gioco strategico in cui si simulano azioni militari con armi giocattolo, vestiti di tutto punto con uniformi moderne o storiche.

“Queste strutture -spiega Marco Sciliberto, dell'associazione Cerberi Zanclei- sono adattissime per la pratica del nostro sport.  Affascinanti come lo scenario di un film di guerra. Sarebbe bello recuperarle per metterle a disposizione degli appassionati di tutte le attività all'aria aperta”.

“Un percorso turistico da realizzare qui a Campo Italia sarebbe bellissimo -gli fa eco il consigliere Mucciardi. Nei piani dell'Amministrazione Comunale c'è la trasformazione in parco suburbano di tutta l'area che comprende il forte Menaia-Crispi e l'ex polveriera” aggiunge.

Sull'area però, a quanto pare, sono puntati anche gli occhi dell'Amministrazione Penitenziaria, alla ricerca di soluzioni per il sovraffollamento della casa circondariale di Gazzi. Si tratterebbe ad ogni modo, data l'enorme mole di lavori necessari, di un progetto a lunga scadenza.

“Intanto -conclude Mucciardi- inseriamo il forte e la polveriera nel censimento dei beni comuni che il Laboratorio cittadino appena inaugurato si appresta a iniziare. Invitiamo i residenti nel quartiere e non a mettere in moto la fantasia e a sottoporci idee e progetti”.

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