Piano di Riequilibrio, la Corte dei Conti: “Permangono rilevanti criticità”
MESSINA. E' tutto lì, nero su bianco: “Corte dei Conti, Sezione di controllo per la Regione Siciliana: UDITO il relatore referendario dott. Massimo Giuseppe Urso; CONSIDERATO che permangono alcune rilevanti criticità e che il contraddittorio preliminare non può considerarsi pienamente espletato, la Sezione di controllo per la Regione siciliana DELIBERA di approvare l'allegata relazione del Magistrato Istruttore sul Piano di riequilibrio del Comune di Messina e di disporre il contraddittorio finale con l'Ente, che verrà convocato
con separata ordinanza del Presidente della Sezione”.
Il dispositivo firmato dal magistrato estensore Massimo Giuseppe Urso e dal presidente della sezione Salvatore Pilato cancella con un colpo di spugna le certezze dell'amministrazione Basile rispetto al Piano di Riequilibrio consegnato alla magistratura contabile palermitana a febbraio 2022, dopo il rush finale dell'allora sindaco Cateno De Luca, con tutta una serie di chiarimenti, l'ultimo dei quali consegnato a metà febbraio scorso. La delibera della Corte dei Conti è stata depositata ieri, la data dell'udienza è ancora da fissare. Se sarà convocata prima delle elezioni amministrative del 28 e del 29 maggio, sarà un'altra brutta gatta da pelare per Cateno De Luca, candidato sindaco di Taormina.
A far traballare pericolosamente il Piano di Riequilibrio, potrebbe essere soprattutto il credito di oltre 12 milioni di euro vantato dall'ATO 3 nei confronti di Palazzo Zanca e che l'amministrazione Basile non intende riconoscere. A sollevare il velo sulla vicenda alla fine del 2022 il commissario liquidatore dell'ATO3 Antonio Liotta, che in una nota del 29 dicembre scorso scrisse che il Piano di Riequilibrio di Palazzo Zanca potrebbe essere invalidato a causa della rimodulazione del luglio 2022, nella quale il debito che il Comune ha nei confronti dell'ATO è stato cancellato.
Nell'ultimo Piano di Riequilibrio si sostiene che il debito sia stato eliminato grazie a una transazione che però, come sostiene il commissario liquidatore Liotta, non c'è mai stata. Si tratta di un debito che era stato riconosciuto nel 2017 e revocato nel 2019, ma che avrebbe dovuto essere considerato almeno potenziale. Debito che, peraltro, era stato calcolato fino alla versione del 2018 del Piano di Riequilibrio. Il commissario liquidatore ha inviato la nota non solo a Palazzo Zanca, ma anche alla Corte dei Conti e alla Procura della magistratura contabile.