Patti, truffa da 21 milioni di euro: 3 arresti, divieto di fare impresa per 8 persone e mezzo milione sequestrato
MESSINA, Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare ponendo agli arresti domiciliari 3 persone, notificando l’interdizione dall’esercizio dell’attività di impresa per un anno per altre 8 e sottoponendo a sequestro somme per un valore di circa mezzo milione di euro. Il provvedimento, sulla base di imputazioni provvisorie e che dovranno comunque trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, è stato emesso dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Patti Eugenio Aliquò su richiesta della Procura della Repubblica della stessa città e scaturisce dalle indagini svolte dai finanzieri della Tenenza di Patti, coordinati dal Gruppo di Milazzo, che hanno consentito di disvelare un sofisticato sistema di frode attraverso il quale gli indagati avrebbero percepito indebitamente fondi pubblici, per un importo di oltre un milione di euro. Nel dettaglio, le investigazioni delegate dalla Procura della Repubblica di Patti hanno consentito di individuare nei pattesi S.P.G. (1971) e L.C. (1980) e nel gioiosano I.G.R. (1991), tutti destinatari degli arresti domiciliari i membri del direttorio di un complesso gruppo criminale. Gli ultimi due in posizione subordinata ma ai vertici di una strutturata associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, fino alla frode fiscale. Sfruttando anche rapporti parentali e amicali, sotto la direzione del dominus S.P.G. con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e attualmente già in carcere per un cumulo pene per il quale dovrà scontare 7 anni di reclusione, a decorrere dal 2016 in poi sono state costituite ben 10 società, di cui due amministrate di diritto dai 3 posti ai domiciliari e le altre 8 da altrettanti soggetti, tutti destinatari del provvedimento di interdizione. Tutte attività d’impresa soggettivamente e oggettivamente interconnesse, non solo per via dei rapporti interpersonali esistenti, ma soprattutto per la ritenuta fittizietà di numerosi rapporti economici intercorsi tra le stesse, formalmente attive in eterogenei settori d’impresa, dal commercio all’ingrosso di altri prodotti alimentari, all’attività di stampa, al commercio di macchine e attrezzature, alla costruzione di edifici e sino all’attività di catering e ristorazione, il tutto finalizzato all’ottenimento di ingiusti profitti. Illeciti introiti ottenuti non solo attraverso la produzione e utilizzo indiscriminato di false fatture per documentare il sostenimento di spese relative a 4 progetti d’investimento, assistiti dal Fondo centrale di Garanzia della Banca del Mezzogiorno Mediocredito Centrale, ma anche per non aver onorato, successivamente all’avvenuta erogazione, i connessi impegni assunti con il contratto di finanziamento. In particolare, le indagini esperite dagli specialisti economico-finanziari della Tenenza della Guardia di Finanza di Patti evidenziavano, a valle di complessi accertamenti contabili e riscontri sul campo, come i documenti economici risultassero con evidenti profili di anomalia: opere