Messina, ospedale Papardo: crolla il soffitto di una sala operatoria, interventi sospesi per ore

MESSINA. L'ospedale Papardo ancora nell'occhio del ciclone. Il maltempo degli ultimi giorni ha provocato danni a mai finire. Non solo, come si vede nelle foto che pubblichiamo, atrii e corridoi impraticabili e allagati, ma anche il cedimento di alcuni controsoffitti un po' dovunque. E stamane a farne le spese è stato anche il tetto di una delle due sale operatorie ancora funzionanti, la quarta sala del blocco operatorio centrale, che si è allagata.

Immediatamente sospesi gli interventi previsti, la sala è tornata a essere utilizzabile solo nel pomeriggio con conseguenze facilmente immaginabili per l'organizzazione e la gestione del calendario operatorio e dei che con ansia attendevano di essere operati. Al momento, nel blocco operatorio centrale sono funzionanti solo la terza e quarta sala, cui si aggiungono le due destinate alla cardiochirurgia che, ovviamente, gli altri chirurghi non possono usare.

Intanto, i problemi relativi alla delibera relativa a Chirurgia plastica e alla cura del piede diabetico continuano. Alla raccolta di firme avviata da alcuni pazienti del dottor Francesco Romeo per difendere una delle eccellenze del nosocomio, oggi si è aggiunta la lettera che una delle tante persone in cura con lui, Salvatore Rampello di Agrigento, ha inviato al direttore generale Mario Paino.

DI SEGUITO LA LETTERA DEL SIG. SALVATORE RAMPELLO

Preg.mo Direttore Generale dott. MARIO PAINO

     A.O Papardo  MESSINA 

           E' con grande rammarico e rabbia che ho appreso la notizia di uno smantellamento, perché non così si può chiamare, della struttura del reparto del piede diabetico del “PAPARDO” di Messina, così ben diretta, sia umanamente che professionalmente, dal Prof. Francesco Romeo.

              E' purtroppo vero, che quando le cose funzionano, si fa l'impossibile per farle regredire e rendere più difficile la vita agli altri, quando gli altri sono quelli afflitti da patologie invalidanti.

             A mio il centro piede diabetico del Papardo di Messina era, e spero continui a esserlo, sotto la sapiente guida del dottor Francesco Romeo. un centro di eccellenza per la cura del piede diabetico.

              Io posso semplicemente manifestare le mie esperienze e ne ho viste tante, dal momento che soffro di questa da ben quaranta anni e dal momento che prima ero in cura, quando la malattia ha purtroppo iniziato a evidenziare le gravi conseguenze, (siamo nel 2011) al Centro Città degli Studi di Milano guidato allora dal prof. Carlo Maria Caravaggi. Per le medicazioni, che lo dico per i profani, non sono semplici e banali medicazioni, io mi spostavo dalla provincia di Agrigento a Milano due e anche quattro volte al mese, quando la ferita lo richiedeva; per non parlare dei ricoveri necessari per le varie operazioni. Dopo tre anni di fare questa vita, in un colloquio, il prof. Caravaggi mi faceva notare che io mi potevo benissimo rivolgere, invece di andare e venire da Milano, al dottor Franco Romeo, persona di ottime qualità e preparazione, con il quale aveva lavorato, e dicendomi che era l'unico di cui si poteva fidare. Mi ha cortesemente dato il numero telefonico del dottor Romeo, l'ho contattato, trovando sempre la sua disponibilità, umanità e preparazione. Io fino ad oggi non ho più subito interventi di amputazione, grazie anche e soprattutto alle cure del dott. Romeo.

                A onor del vero, circa sei mesi fa, per un'ulcera che non voleva guarire, e trovando difficoltà al Papardo per un ricovero, data la mancanza cronica di posti letto, mi ero rivolto all'Humanitas di Bergamo, dove mi era stata proposta l'amputazione. 

Fortunatamente, al mio rientro il dott. Romeo ha potuto ricoverarmi, la mia gamba è salva e la mia ferita è quasi guarita.

                Non è riducendo l'organico, non è riducendo la capacità dei posti letto riservati alla cura del piede diabetico, che si migliora la situazione ospedaliera.  Spero vivamente che la situazione possa evolversi in senso positivo, perché abbiamo bisogno delle cure del dottor Francesco Romeo.

                  In fede, SALVATORE RAMPELLO

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.