Messina e i fondi europei perduti: il re è nudo

Basile Puccio siciliansMESSINA. La recente querelle sui fondi europei scomparsi come neve al sole sta facendo scalpore, e sembra che le spiegazioni ufficiali non affrontino il vero problema: non si sta parlando di semplici opere non completate, ma di fondi perduti. Una questione ben più grave. Da giorni il sindaco Federico Basile e il direttore generale Salvo Puccio tentano di rassicurare la città, dichiarando che nulla è stato perso perché le opere incompiute sono state trasferite al Piano Operativo Complementare (POC) Metro. Affermazione questa, che solleva dubbi ancora maggiori, perché la vera domanda da porsi è un'altra: ma i fondi dove sono finiti? Quando si parla di fondi perduti, si intende denaro che non è stato speso entro i termini previsti e che, di conseguenza, è svanito nel nulla. Spostare le opere nel calderone del POC Metro non è una soluzione, ma una toppa temporanea che nasconde il problema principale: l'amministrazione Basile non è riuscita a spendere tutte le somme a disposizione.

E non è tutto. Cosa ne sarà delle opere originariamente previste sul POC Metro prima di questo spostamento? Palazzo Zanca dove reperirà i fondi necessari? Forse ci è sfuggito qualcosa, ma non ci sembra che sindaco e direttore generale lo abbiamo chiarito. Forse il POC è una sorta di programma di da attivare solo quando non si riesce a spendere i fondi del PON, il Piano Operativo Nazionale? Domanda retorica, visto che ovviamente non è cosi.

Le spiegazioni fornite alla città in un testo che ci è sembrato astruso e confuso non convincono gli addetti ai lavori. Forse, più banalmente, i fondi sono stati persi e spostare le opere in un'altra misura non risolve il problema ed è solo un tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto. Scelta questa, che più che una soluzione sembra un disperato tentativo di salvare le apparenze: i fondi sono stati persi e questo è un problema serio.

Ma oltre ad aver perso i fondi del PON non spesi, quali sono i progetti del POC “sacrificati”? Lo chiarisce una delibera di Giunta, la 456 del 13 2022, in base alla quale con il PC Metro si sarebbero dovuti finanziare una parte dell'I-Hub per un importo di 16 milioni 800.000 euro e il progetto “L'Estate Addosso” (tirocini lavorativi per ragazzi sotto i 20 anni, finanziato successivamente con i fondi di bilancio). In conclusione, non avendo speso tutte le somme assegnate sul PON Metro, si è utilizzato il POC Metro in cui originariamente era previsto l'I-Hub, l'opera ritenuta più strategica dall'ex sindaco Cateno De Luca. Probabilmente, sul PON 21-27 non sarà più possibile programmare interventi perché il Decreto Legge “Riforma della politica di coesione” stabilisce che saranno finanziate le opere uscite dal PNRR, tra cui il progetto sulla ex Città del Ragazzo.

Stando così le cose, è evidente che serve un'immediata riflessione seria e trasparente su quanto accaduto e sulle future strategie di gestione dei fondi europei. Indispensabile anche un'assunzione di responsabilità immediata: i responsabili devono rendere conto del proprio operato ai messinesi e i fondi destinati allo sviluppo delle città devono essere utilizzati in modo efficace e trasparente, perché Messina non merita nulla di meno.

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Elisabetta Raffa

Giornalista professionista dal secolo scorso, si divide equamente tra articoli di economia e politica, la cucina vegana, i propri cani, i libri, la musica, il teatro e le serate con gli amici, non necessariamente in quest’ordine. Allergica ai punti e virgola e all’abuso dei due punti, crede fermamente nel congiuntivo e ripete continuamente che gli unici due ausiliari concessi sono essere e avere. La sua frase preferita è: “Se rinasco voglio essere la moglie dell’ispettore Barnaby”.