Messina, degrado torrente Santo Stefano: la vicenda finisce in Procura
MESSINA. L’esposto alla Procura della Repubblica che denuncia il grave stato di degrado ambientale del torrente Santo Stefano giace senza risposta dal 6 maggio scorso. A inoltrarlo Francesco Greco, cofondatore del Comitato Giovani NoMuos Messina che già durante il periodo dell’emergenza COVID-19 aveva segnalato la situazione alla Polizia, all’ARPA e al Comune di Messina. La denuncia aveva avuto un forte seguito anche mediatico con la diffusione di un video sui social che ha superato le 5mila visualizzazioni. Oggi Greco lancia un appello che intende coinvolgere e unire tutte le realtà per contrastare il fenomeno. “I torrenti sono una risorsa importantissima per il territorio e l’ecosistema. In condizioni di naturale efficienza permettono il ciclo dell’acqua, il mantenimento di habitat e biodiversità, la mitigazione del rischio alluvioni, il ripascimento delle spiagge e non per l’ultimo l’opportunità di occasioni turistico-ricreative. In oltre vent’anni di incuria e inefficienze amministrative il torrente Santo Stefano è diventato l’emblema di una risorsa bistrattata, al punto di renderlo una vera e propria discarica a cielo aperto per quasi tutta la sua estensione, porto franco per cittadini incivili e impresari senza ritegno che vi riversano dai sacchetti di immondizia domestici, ai materiali di risulta edilizi, fino a materiali speciali quali elettrodomestici, copertoni e il pericolosissimo amianto. Negli anni passati vero che non è mancato l’impegno da parte di associazioni e comitati, una voce che oggi si è affievolita di fronte al muro di gomma dell’inconcludenza di tutti gli amministratori che si sono succeduti nel tempo. Questo clima di rassegnazione mista all’omertà, ha portato a una proliferazione