#Messina. Cineforum Addiopizzo 2016, prosegue con il film Placido Rizzotto
Giovedì 17 marzo alle 19, nella sede di via Roosevelt n. 6, proseguono le attività del Cineforum Addiopizzo con la proiezione del film Placido Rizzotto, cui seguirà un confronto con il nipote del celebre sindacalista ucciso dalla mafia, l'omonimo Placido Rizzotto, anch'egli sindacalista della CGIL di Palermo.
Al termine del dibattito verrà offerto un aperitivo a base prodotti di Libera Terra realizzati su terreni confiscati alla mafia. L'ingresso è gratuito. Il cineforum Addiopizzo è una iniziativa che rientra nella convenzione stipulata con il Comune di Messina per la gestione dell'appartamento di via Roosevelt, bene confiscato ed assegnato al Comitato Addiopizzo nel mese di luglio del 2012, a seguito di gara ad evidenza pubblica, in osservanza alla Legge n. 109/96 sull'uso sociale dei beni confiscati.
Placido Rizzotto, primo di sette figli, perse la madre quando era ancora bambino. In seguito all'arresto del padre, con l'accusa di far parte di un'associazione mafiosa, fu costretto ad abbandonare la scuola per occuparsi della famiglia. Durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nel Regio Esercito sui monti della Carnia, in Friuli Venezia Giulia, con il grado di caporale prima, di caporal maggiore poi e infine di sergente. Dopo l'armistizio dell'8 settembre si unì ai partigiani delle Brigate Garibaldi come socialista. Rientrato a Corleone al termine della guerra, iniziò la sua attività politica e sindacale. Ricoprì l'incarico di Presidente dei reduci e combattenti dell'anpi di Palermo e quello di segretario della Camera del lavoro di Corleone. Fu esponente di spicco del Partito Socialista Italiano e della CGIL. Venne rapito nella serata del 10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, e ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l'occupazione delle terre. Mentre veniva assassinato, il pastorello Giuseppe Letizia assistette di nascosto al suo omicidio e vide in faccia gli assassini. Per questo venne ucciso con un'iniezione letale, fattagli dal boss e medico Michele Navarra (il mandante del delitto di Rizzotto). Le indagini sull'omicidio furono condotte dall'allora capitano dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sulla base degli elementi raccolti dagli inquirenti, vennero arrestati Vincenzo Collura e Pasquale Criscione, che ammisero di aver preso parte al rapimento di Rizzotto in concorso con Luciano Liggio. Grazie alla testimonianza di Collura fu possibile ritrovare alcune tracce del sindacalista, ma non il corpo, che era stato gettato da Liggio nelle foibe di Rocca Busambra, nei pressi di Corleone. Criscione e Collura, insieme a Liggio che rimase latitante fino al 1964, furono assolti per insufficienza di prove, dopo aver ritrattato la loro confessione in sede processuale. Il 9 marzo 2012 l'esame del DNA, comparato con quello estratto dal padre Carmelo Rizzotto, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che i resti trovati il 7 luglio 2009 dopo una lunga e difficile indagine condotta dagli uomini della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato PS di Corleone, all'interno di una foiba di Rocca Busambra a Corleone, appartengono a Placido. I resti sono stati recuperati da personale specializzato per interventi speleologici del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Palermo. Il 16 marzo 2012 il Consiglio dei Ministri ha deciso i Funerali di Stato per Placido Rizzotto, svolti a Corleone il 24 maggio 2012 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il film “Placido Rizzotto”, diretto da Pasquale Scimeca nel 2000, è un racconto drammatico siciliano, il cui protagonista è interpretato da Marcello Mazzarella. E' stato presentato all'interno della sezione Cinema del Presente alla 57a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. La sera del 10 marzo 1948 scomparve nel nulla Placido Rizzotto, Segretario della Camera del Lavoro di Corleone. Per uno strano scherzo del destino, attorno a questo caso ci fu una convergenza di giovani uomini che diventarono importanti: da una parte Carlo Alberto Dalla Chiesa, il capitano dei carabinieri che fece le indagini e arrestò gli assassini di Rizzotto, e Pio La Torre, giovane studente universitario che sostituì Rizzotto alla guida dei contadini; dall'altra, l'assassino Luciano Liggio e i suoi uomini che arriveranno ai vertici della mafia. Il film vuole raccontare un sogno spezzato, nella certezza che ogni manifestazione di coraggio, ogni difesa dei deboli, ogni sentimento di dignità umana meriti di essere narrato.