Mantenimento dei figli “bamboccioni”

Antonio Tesoro 11
L'avv. Antonio Tesoro

Gent.le Avv. Tesoro ho un figlio trentenne che non studia e non vuole saperne di lavorare, e pretende soldi per cellulare, benzina e altro. Considerato che mio marito non lavora più oramai da anni e con la piccola pensione che percepisce possiamo a mala pena sopravvivere, posso mandarlo fuori di casa? Grazie mille, Cinzia T.

Gentile Cinzia, la questione che lei pone è molto delicata e per niente di facile soluzione in quanto in questi anni si sono alternate diverse pronunce e per niente omogenee, anche alla luce del fenomeno attuale dei “bamboccioni” per dirla alla Brunetta.

Partiamo dal presupposto che il dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare la prole trova fondamento sia nell'art. 30 della costituzione sia in alcune disposizioni del Codice Civile come gli artt. 147-148. Resta solo da capire sino a che punto debba spingersi questo dovere, che per alcuni versi diventa un obbligo.

La Corte di Cassazione, ha ritenuto più volte con varie pronunce che l'obbligo del mantenimento dei propri figli è sempre dovuto sino al raggiungimento della maggiore età, potendosi quest'obbligo protrarsi sino a quando non si diventi autosufficienti.

Diversamente, qualora sia dimostrato che la mancata autosufficienza economica sia da attribuirsi ad esclusiva colpa del figlio, ad esempio il continuo rifiuto di svolgere attività lavorativa, pur avendone la possibilità, è sicuramente un motivo valido per privarlo del diritto al mantenimento.

Pertanto come delineato dalla Corte di Cassazione, se il figlio maggiorenne non autosufficiente non per propria colpa, può chiedere ai genitori il mantenimento, discorso diverso per quanto riguarda l'abitazione familiare, in quanto il figlio vi dimora a titolo gratuito quale comodatario, conseguentemente non ha un vero e proprio diritto di abitazione sull'immobile dei genitori.

E questo perché l'obbligo per i genitori riguarda esclusivamente quello di mantenere, istruire ed educare i propri figli, diversamente nulla spetterebbe in merito al diritto all'abitazione. Ciò nonostante non è raro che ci siano state pronunce che hanno dichiarato che il figlio abbia diritto all'abitazione.

In ogni caso, il mandare fuori di casa il proprio figlio, violerebbe quelli che sono gli obblighi morali dei genitori, pertanto il consiglio che posso dare è di fargli capire la situazione e caso contrario di privarlo di ogni spesa superflua e non necessaria, in quanto la legge non impone il mantenimento delle spese superflue.

Le ricordo infatti che il mantenimento è inteso come, vitto, alloggio e spese ordinarie confacenti con le necessità proprie dell'età, forse così comprenderà la situazione e comincerà a lavorare per potersi mantenere i piaceri superflui.

Per contattare l'avv. Antonio Tesoro potete scrivere alla seguente e-mail: studiolegale@antoniotesoro.it

Antonio Tesoro

Avvocato civilista, esperto di diritto delle nuove tecnologie del web, appassionato ed ex praticante di arti marziali, adora la musica e ogni tanto abbraccia una delle sue numerose chitarre. Su Sicilians cura la rubrica Leggi&cavilli, ma non gli dispiacciono le incursioni in altri settori. Raffinato gourmet, disdegna Masterchef Italia e sogna l'edizione statunitense.

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