L’arcivescovo di Messina in visita ai pazienti del Centro NeMO SUD
MESSINA. Gli operatori e i pazienti del Centro NeMO sud hanno conosciuto l'arcivescovo di Messina – Lipari – S. Lucia del Mela, monsignor Giovanni Accolla, il quale ha voluto recarsi nella struttura, situata nel padiglione B del Policlinico Gaetano Martino e gestita da Fondazione Aurora Onlus. Davvero un bel regalo per i pazienti e per le loro famiglie. Ad accogliere l'arcivescovo alcuni componenti dello staff, tra i quali il neurologo Gianluca Vita e la psicologa Stefania La Foresta. Tantissima emozione negli sguardi dei pazienti: monsignor Accolla ha visitato tutte le stanze di NeMO SUD e con tutti i presenti ha pregato donando sorrisi e conforto ascoltando le loro storie. Particolarmente emozionanti gli incontri dell'Arcivescovo con il signor Mario e con la piccola Serena.
Mario ha comunicato con l'arcivescovo scrivendo un messaggio su un taccuino che, visibilmente emozionato, ha poi mostrato a sua eccellenza. Monsignor Accolla ha quindi risposto allo scritto con altre parole sullo stesso taccuino: “E' stato un dono il suo sorriso”. Alla piccola Serena, l'arcivescovo ha ricordato che la bontà e la fede sono di grande sostegno e conforto. Poi le ha detto di riconoscere nel suo sguardo un grande cuore. La bimba, felice ed emozionata, ha ringraziato monsignor Accolla con un bacio. Tutti i pazienti hanno raccontato di come al NeMO SUD abbiano trovato un vero supporto. Un luogo in cui medici ed operatori sono sempre al fianco di chi lotta contro la malattia. Il Centro è riferimento per i pazienti affetti da patologie neuromuscolari in tutto il Sud Italia. In poco più di 6 anni di attività, tra degenze e day hospital, l'equipe multidisciplinare di NeMO ha conosciuto i volti di quasi 4.000 persone.
Monsignor Accolla non si è risparmiato. E' rimasto accanto ai pazienti per quasi due ore ed ha manifestato grande interesse verso i progetti già realizzati in questi anni e verso quelli futuri: “Ci sono troppi pochi luoghi come il Centro NeMO. La cosa più bella è questa interazione tra i pazienti e gli operatori. Ho visto che l'attività professionale è davvero coniugata molto bene con la dimensione umana e, credo anche, per alcuni, per i tratti di fede della identità cristiana. Questo mi onora e mi fa piacere. Significa che l'amore per nostro Signore non è un accessorio nella vita ma diventa fondante in qualsiasi forma di professionalità e in qualsiasi relazione. Quando ci si incontra con le persone più fragili per motivi di salute, portare dietro tutta la carica della fede, senza bigottismi ma con professionalità vera e propria, è certamente un valore aggiunto. Grazie a voi per questo.”