#L’anticospeziale. La dieta mediterranea patrimonio immateriale dell’UNESCO

Il dottor Giuseppe Di Prima
Il dottor Giuseppe Di Prima

Considerata tra le migliori diete da parte dei dietologi di tutto il mondo, la dieta mediterranea, più che rappresentare una vera e propria dieta, costituisce un approccio diverso alla tavola, con una ben determinata scelta di cibi che spaziano su una gamma completa che ben poche diete prevedono. La dieta mediterranea ha un elevato consumo di pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio di oliva, pesce e vino rosso  (in quantità moderata) ed è basata su un paradosso (almeno per il punto di vista del nutrizionismo tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi ma, nonostante ciò, la gran quantità di olio d'oliva extravergine e soprattutto fresco, che viene consumato, bilancia questo consumo annullandone gli effetti negativi.

Hanno infatti minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. I presupposti sui quali si basa questa dieta prevedono un apporto giornaliero dei tre elementi principali della nutrizione, carboidrati, grassi e proteine, secondo un rapporto di 50-30-20. Inoltre nella dieta mediterranea è previsto sia un largo utilizzo di frutta e verdura fresche e di stagione, che sono ricche di fibre e di antiossidanti naturali, che l'assunzione regolare di carboidrati complessi, come la pasta (meglio integrale), di legumi e di grassi preziosi come quelli del pesce azzurro e dell'olio extravergine d'oliva.

La dieta mediterranea non solo non ha nessuna controindicazione, ma dal punto di vista della salute è l'ideale sia per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo, pressione e glicemia, che per mantenere in salute cuore, cervello, arterie e vene.  Una delle più recenti scoperte emerse dagli studi effettuati sulla dieta mediterranea è che ha effetti protettivi sul cervello, contribuendo validamente a impedire il declino cognitivo, inoltre rallenta l'insorgere del morbo di Alzheimer. Altre due ricerche di un certo interesse per la nostra  dieta mediterranea  si sono appena concluse: una inglese e una italiana.

La prima, inglese, ha preso in esame l'influenza dei legumi  sulla glicemia nei soggetti diabetici e sui lipidi in pazienti con tasso di colesterolo superiore alla norma. Tutti gli alimenti quali fagioli, lenticchie, ceci, piselli, fave, arachidi e soia, controllano e abbassano efficacemente sia la glicemia che il colesterolo. Gli alimenti in questione presentano un indice glicemico basso, poveri di grassi e ricchi di proteine, carboidrati e fibre. Ma è la successiva ricerca italiana condotta su 270 pazienti che nel confermare i risultati approfondisce la questione rilevando che il diverso apporto dei minerali contenuti nei legumi e l'interazione fra gli stessi sono i maggiori responsabili dell'effetto benefico.

I legumi sono ricchi di calcio, possiedono una buona percentuale di vitamine, in particolare la B1, e di sali minerali come ferro e potassio. Nelle arachidi  inoltre troviamo la più alta quantità di zinco. Le due ricerche quindi confermano l'importanza dei legumi all'interno di una dieta equilibrata per la prevenzione e la riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari. Si ricavano inoltre buoni motivi per aumentare l‘apporto nella dieta, dei legumi e dei piatti elaborati e costruiti sulla loro base.

L'abbandono in alcune regioni italiane di tale regime alimentare ho portato ad un aumento delle malattie contro le quali la dieta mediterranea si è rivelata efficace. Questo modello nutrizionale era stato abbandonato nel periodo del boom economico degli anni Sessanta e Settanta perché ritenuto troppo povero e poco attraente rispetto ad altri modelli alimentari provenienti in particolare dalla ricca America, ma ora la dieta mediterranea sta sicuramente riconquistando, tra i modelli nutrizionali, l'interesse dei consumatori e sta conoscendo una grande diffusione, in alcuni paesi americani fra cui l'Argentina, l'Uruguay, alcune zone degli Stati Uniti d'America e in Australia.

L'Unesco ha iscritto la dieta mediterranea nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità, riconoscendo tale patrimonio appartenere a Italia, Marocco, Grecia e Spagna. In seguito tale riconoscimento è stato esteso a Cipro, Croazia, e Portogallo. La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari tradizionali di tre paesi europei e uno africano del bacino del MediterraneoItaliaGreciaSpagna e Marocco. L'olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e specialmente nei primi mesi dopo la spremitura, costituisce un ottimo farmaco per il sistema cardiocircolatorio; si pensa inoltre che il consumo moderato di vino rosso durante i pasti, sia un altro fattore protettivo, forse per gli antiossidanti contenuti. Secondo lo studio, la dieta mediterranea diminuisce il tasso di mortalità della coronaropatia (malattia coronarica) del 50%.

Questo tipo di alimentazione, nella quale i cereali giocano un ruolo marginale è particolarmente idoneo a prevenire tumori e malattie cardiovascolari grazie anche all'elevato contenuto in fosfolipidi del pesce, degli acidi monoinsaturi dell'olio d'oliva, delle fibre e delle vitamine di frutta e verdura. I cereali vi sono compresi solo perché apportano energia di basso costo economico. Come si può ben capire, niente a che fare con certe merendine.

Dopo essersi rivelata protettiva nei confronti di malattie cardiovascolari, tumori e probabilmente di allergie e asma, lo studio ne segnala i potenziali effetti protettivi sul cervello. L'aderenza a un modello di dieta mediterranea salutare si associa ad un significativo miglioramento della salute così come dimostrato da studi condotti su circa 1.500.000 di persone, con follow up variabile da 3 a 18 anni. La ricerca ha dimostrato una riduzione pari al 13% sia per l'Alzheimer che per il Parkinson, al 6% della mortalità da cancro, al 9% per le malattie cardiovascolari ed ancora al 9% per la mortalità totale.

Recentemente gli studi di De Lorenzo e collaboratori hanno messo in evidenza il possibile impatto positivo sulla salute della dieta mediterranea biologica (dieta italiana mediterranea di riferimento) rispetto a quella convenzionale, in termini di riduzione dello stato infiammatorio e della disfunzione endoteliale associata con l'obesità e le patologie renali. Inoltre, la dieta mediterranea, articolata in un intervento sugli stili di vita più ampio in uno studio di follow-up clinico, ha migliorato la circolazione a livello di arterie renali nella ipertensione essenziale.

Ciò si verifica attraverso la riduzione delle resistenze intrarenali, e non comporta una modifica dell'insulino-resistenza. Attraverso questo meccanismo vascolare la dieta mediterranea sembra in grado di modificare una componente importante della patofisiologia della ipertensione arteriosa e dell'aterosclerosi.  Da tutti questi fattori deriva una minore incidenza di patologie cardiovascolari, che risulta essere particolarmente importante per i pazienti con insufficienza renale cronica. Per tali ragioni è possibile affermare che la dieta mediterranea svolge un ruolo fondamentale per la longevità e la qualità della vita.

Per contattare il dott. Giuseppe Di Prima, farmacista e naturopata, scrivete a: anticospeziale@virgilio.it

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