Il Crocetta-bis tra rischio involuzione e colpi di mano

Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia

Continua a vantare l'appartenenza al Partito Democratico ma lo scontro tra il presidente della Regione Rosario Crocetta e il PD siciliano sembra essere arrivato a un punto di non ritorno.

I membri della segreteria regionale del Partito Democratico Felice Calabrò, Alba Marino e Marina Scimone accusano Crocetta di apparire indebolito e “vittima dle gioco delle correnti”.

“La querelle tra il Partito Democratico siciliano – o meglio le sue “componenti” – e Rosario Crocetta registra probabilmente oggi il suo punto più basso -scrivono Calabrò, Marino e Scimone. La richiesta di un nuovo impulso all'indirizzo politico del governo ed al rapporto con il governatore è stata inserita da Fausto Raciti e dalla sua vice Mila Spicola al centro dell'agenda politica del PD Sicilia, assorbendo pressoché integralmente lo scarno dibattito ai Democratici. I vertici regionali hanno più volte dichiarato alla stampa ed agli organismi di partito la volontà di dare vita ad un «governo nuovo» che esprimesse una giunta all'altezza «composta dagli uomini migliori ed in una compagine più politica e meno tecnica», che non si ponesse come mero «azzeramento o spostamento di persone», ma come concreta proposta politica”.

I tre componenti la segreteria regionale sottolineano come nelle ultime settimane siano state del tutto assenti le proposte programmatiche e ci sia  solo un continuo toto-nomi sulle candidature per le Europee e per gli assessorati. Questi ultimi passati direttamente alla stampa, “partoriti nei corridoi dell' o nelle anticamere di qualche albergo palermitano. Il Partito Democratico della Sicilia, indipendentemente dalle singole responsabilità che dovranno essere valutate presso gli organismi competenti, ha perso l'ennesima occasione per riacquistare credibilità agli occhi dei propri iscritti, della classe dirigente e dei cittadini siciliani tutti, cedendo alla solita abitudine dei processi eterodiretti ed alla visione Palermo-centrica della realtà regionale, distante dai territori”.

Senza mezzi termini, Calabrò, Marino e Scimone parlano di un “presupposto rinnovamento” e della scelta di “sacrificare alte professionalità, le cui competenze sono state e continuano ad essere unanimemente riconosciute ed il cui contributo al governo regionale è stato trasversalmente apprezzato da cittadini, amministratori ed opinione pubblica in generale. Tutto ciò mortificando, nello specifico caso del Partito Democratico, il primario organo di rappresentanza degli iscritti e defraudando la direzione regionale del proprio ruolo di indirizzo, nel solito gioco di chi confonde un partito forte con un partito di forti aree, al cui interno la voce di uno possa contare come cento. Un siffatto Partito Democratico non rappresenta iscritti e militanti, che ci chiedono a gran voce di cambiare. In pochi, però, sembrano ascoltare.

Lungi dal trovare nuova forza -aggiungono- il presidente Crocetta rischia di apparire oggi ancora più indebolito e vittima del gioco delle correnti, rischiando di passare alla storia come il governo della involuzione più che della rivoluzione. Su questo speriamo proprio di sbagliarci, anche se le premesse del fallimento sembrerebbero esserci tutte, perché abbiamo creduto e vogliamo ancora credere nella rivoluzione”.

Crocetta ha promesso di partecipare alla direzione regionale del PD e un gruppo di parlamentari (Magda Culotta, Maria Greco, Franco Ribaudo, Maria Iacono, Angelo Capodicasa, Pippo Zappula, Giuseppe Berretta, Luisa Albanella e Tonino Moscatt) si dichiara contento della cosa perché “sarà quella la sede migliore per spiegare il colpo di mano con il quale ha formato in Sicilia un governo regionale, partorito in totale spregio delle decisioni degli organismi regionali del Partito democratico, nonchè privo del sostegno dei numeri all'Assemblea regionale. Un esecutivo che, di fatto, nella sua composizione, non tiene conto di quel progetto di rinnovamento del governo regionale che avevamo richiesto con fermezza e coerenza per consentire il rilancio di questa regione”.

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