Glenn Cooper: non permettete a nessuno di vivere per voi

Glenn Cooper
Glenn Cooper

La festa è qui. O, perlomeno, deve ancora iniziare. Un ritornello strano serpeggia nelle menti dei clienti della libreria Mondadori accorsi in una mite mattina di novembre solo per vedere il loro idolo. Una sorpresa editoriale per molti, mentre fuori ignari croceristi avanzano curiosi per le vie della città.

Gleen Cooper entra nella libreria con una calma invidiabile, vestito di un luccicante e con quel fare tipicamente americano di chi disponibilmente si accomoda su una sedia e, per ogni persona che si avvicina, non disdegna parole gentili oltre che la dedica sul suo ultimo libro”I custodi della biblioteca”.

Glenn Cooper, laureato in Archeologia ad Harward e cn un Dottorato in , è il caso editoriale degli ultimi tre anni, da quando nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo “La biblioteca dei morti”, con milioni di copie vendute in tutto il mondo grazie ad un innovativa miscela tra storico e fantastico. Ed è con l'umiltà dell'uomo che si è fatto da solo che si ferma volentieri a parlare con noi.

Come si svolge la sua vita di scrittore? “Lavoro molto, sette giorni su sette. Soprattutto quando trovo, diciamo così, il piglio giusto, lo slancio per qualcosa che mi incuriosisce. Quando ho un progetto insomma. Ma prendo anche qualche pausa (ride) e ne approfitto per occuparmi dei miei svariati hobby ed interessi. Posso però dire di essere un “dipendente dal lavoro”.

Com'è nata l'idea del primo romanzo, “La biblioteca dei morti”? “In modo molto spontaneo, come la maggior parte delle mie idee. Un giorno vidi l'immagine di una gigantesca biblioteca sotterranea in un sogno a occhi aperti, ma non ho mai capito perché mi fosse venuta in mente un'immagine del genere e incredibilmente è stata l'ispirazione per convincermi a scrivere una storia”.

Will Piper, il personaggio creato dalla sua penna e che occupa i romanzi piu importanti, è autobiografico? “Solo in parte. Quello che però mi preme dire è che  Will Piper è un personaggio reale. Non è un eroe da cartone animato né una figura che ha poca attinenza con la realtà poiché sono modelli a me poco congeniali. Mi piace invece creare personaggi veri e propri, con pregi e difetti come ogni persona nella quotidianeità. Talvolta vincono le debolezze e talvolta i punti di forza, proprio come per me”.

Lei ha parlato di sogni a occhi aperti. Stephenie Meyer, autrice della celebre trilogia sul vampiro Edward Cullen, ha raccontato di aver scritto il primo romanzo dopo un sogno notturno. A occhi chiusi quindi. Si sente vicino a lei come metodo? “Sicuramente i sogni ad occhi aperti e quelli notturni hanno qualcosa in comune. I secondi hanno a che fare con una sfera più profonda di noi stessi e per me sono difficili da controllare. Di conseguenza, mi viene difficile costruirci una storia, anche perché sono troppo slegati e caotici direi. Invece i primi sono piu controllabili perché sono in parti consci e in parte inconsci e quindi più facilmente utilizzabili per quelle che sono le mie idee”.

Oggi c'è una crisi economica senza precedenti. Possiamo vedere secondo lei la lettura come un rifugio? “Sì. Non solo la lettura, ma anche il cinema oltre che i videogiochi. Essi costituiscono una via di fuga dalla realtà e da questa crisi profonda, ma si parla anche di crisi personale e non solo economica. Quindi la lettura può essere considerata come un modo di estraniarsi dalla vita reale e rifugiarsi in un mondo che permette di rilassarsi e non pensare a nulla. Per me questa è la soddisfazione piu grande come scrittore: sapere di poter dare il materiale giusto per evadere da quello che è la faticosa e stressante esistenza di ogni attimo”.

Un messaggio per i giovani e per la vita difficile come quella che vivono giorno per giorno? “Credo molto nella resposabilità personale di ognuno di noi, anche se ci troviamo dominati da forze economiche e sociali molto forti. Dico ai giovani di godersi la loro vita. Amando, desiderando, rischiando e non lasciando che altri la vivano al posto loro o che dicano che non possono realizzare i loro sogni”.

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