Croce dà 10 mila euro all’Arcidiocesi di Messina e taglia il contributo per le mense scolastiche

contributi alle mense scolastiche, spending review MessinaTagli ma non per tutti. Sembra essere questa la politica economica del commissario straordinario del Comune di Messina Luigi Croce. Così la spending revuew dello Stretto, se da un lato taglia pesantemente il contributo di Zanca per le mense scolastiche, dall'altro concede 10 mila euro all'Arcidiocesi per garantire la presenza di un prete al .

La pancia contro l'anima, si potrebbe dire. Resta da vedere cosa ne penseranno le famiglie con redditi bassissimi, che adesso dovranno pagare per far mangiare i propri figli a scuola.

La rimodulazione delle fasce di reddito deliberata stamane da Croce, prevede infatti pasti gratuiti solo per le famiglie che denunciano un reddito annuo inferiore ai 2 mila euro. Da questa somma e fino a 9 mila euro si spenderanno 2 euro a pasto, dai 9 mila ai 15 mila euro 2 euro e 50,  da 15 mila a 20 mila 3 euro. Oltre i 20 mila si pagherà il prezzo intero: 4,33 euro.

Secondo Croce ed i suoi esperti, con questa delibera dovrebbero entrare 847 mila euro in più l'anno, pari al 39,73% del costo totale del servizio, che è affidato alla ditta La Cascina Global Service di Roma, che si è aggiudicata l'appalto grazie ad un ribasso del 3,33%. Un ribasso di fatto inesistente. Ma questa non è la sola stranezza, visto che alla gara hanno partecipato solo due ditte. per una città alla fame non c'è male come spirito d'iniziativa imprenditoriale.

Ma tornando all'altra determina, la 487 del 13 novembre scorso, l'Arcidiocesi di Messina può contare su un contributo di 10 mila euro l'anno per garantire la presenza di un sacerdote all'interno del Gran Camposanto. Una determina firmata dal dirigente Nino Cama che dà il via libera a quanto deciso dalla ex Giunta con la delibera 90 del 12 febbraio 2012, a sua volta conseguenza di un protocollo d'intesa stipulato lo stesso giorno tra l'ex sindaco Giuseppe Buzzanca e l'arcivescovo Calogero La Piana.

Anche se non saranno certo i 10 mila euro dati all'Arcidiocesi a risolvere i gravissimi problemi economici della città, resta comunque il fatto che molti alunni e studenti che fino a dicembre dell'anno scorso, quando il serviizo mensa fu sospeso da croce, potevano contare su almneo un pasto decente nell'arco della giornata, adesso dovranno rinunciare anche a questo.

Fare due conti non è difficile. A Messina la famiglia media è composta da quattro persone, visto che la crescita zero nel Meridione è solo qualcosa di cui si legge nei giornali. Ma un nucleo familiare di 4 persone che può contare su 15 mila euro l'anno non vive: sopravvive. Anche chi riesce a mettere insieme 20 mila euro l'anno, se deve sfamare, vestire e garantire beni essenziali a 4 persone, tanto bene non se la passa. Non citiamo neanche i redditi da 2 a 9 mila euro.

Leggendo di questi tagli, viene da chiedersi se gli amministratori vivano sulla Luna o in un mondo fatto solo di privilegi, dove le mense di carità, la spesa fatta solo negli hard discount e all'ora di chiusura dei mercati non esistono. Dove la macchina resta ferma sotto casa perché non ci sono soldi né per la benzina né tanto meno per l'assicurazione o il bollo, dove ci si veste con quello che ti passano nelle parrocchie e dove spesso sono le pensioni degli anziani a tenere in piedi tutto.

Un altro dato su cui riflettere è che in provincia di Messina l'80% delle pensioni sono sociali o minime e anche con queste cifre fare due calcoli non è difficile.

Se poi si legge che a dispetto delle promesse fatte ad inizio mandato, di recente Croce ha anche liquidato lo straordinario allo staff del suo Ufficio di gabinetto, il quadro è completo.

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