Calabrò vs Accorinti: il 28 maggio l’udienza al CGA
Per la telenovela Calabrò contro Accorinti l'appuntamento è per il 28 maggio prossimo. Quando davanti ai giudici del Consiglio di Giustizia Amministrativa si terrà l'udienza durante la quale si deciderà se ammettere o meno i due ricorsi depositati contro l'elezione di Renato Accorinti alla guida di Messina grazie al ballottaggio del 24 e 25 giugno 2013, dopo la bocciatura da parte della I Sezione del TAR di Catania il 30 gennaio scorso.
A presentarli Giovanni Cocivera, Alessia Currò e Giovanna Venuti e Rita Todaro, Giovanni Smedile ed Eleonora Falduto. Tramite il loro avvocato Silvano Martella, contestano i risultati di alcune sezioni elettorali.
“Esiste un precedente recente dello stesso CGA -spiegano dallo studio Martella- che può essere applicato al caso in questione. In tal caso il CGA potrà decidere quanto meno per l'ammissibilità e quindi disporre l'apertura delle schede delle singole sezioni. Ovviamente, quelle indicate nel verbale dell'Ufficio elettorale centrale del Comune di Messina”.
Punto interrogativo invece per il riconteggio delle schede, anche se resta il caso estremo dell'annullamento totale per l'inattendibilità del dato elettorale nel caso in cui non dovessero tornare i conti tra il numero totale dei votanti, quello dei voti validi e quello dei voti non validi.
Intanto il primo commento di oggi sulla vicenda arriva dall'esponente del PD Emilio Fragale, che in una nota chiede a Calabrò di fare un passo indietro in caso di vittoria al CGA e sottolinea che “Il partito democratico di Messina non può e non deve attendere l'esito del giudizio per esprimersi sul merito politico della vicenda. I ricorrenti sono legittimati a proseguire nella azione. Felice Calabrò è legittimato a rivestire, nell'ipotesi di esperimento vittorioso della causa di secondo grado, la carica di primo cittadino. Il PD può e deve esaminare la questione con il discernimento richiesto dalla responsabilità del momento, dalla responsabilità della memoria, dalla responsabilità della prospettiva.
Il PD può e deve esprimersi sulla questione con il discernimento richiesto dalla responsabilità del momento, dalla responsabilità della memoria, dalla responsabilità della prospettiva. Il PD può e deve chiedere a Felice Calabrò di rinunziare ad assumere la responsabilità di primo cittadino se il ricorso dovesse essere accolto.
Felice Calabrò può e deve manifestare le proprie intenzioni prima dell'esito del giudizio senza attendere il 28 maggio. Il PD sin d'ora deve proporsi come la forza politica più positiva, più propositiva, più costruttivamente critica nei confronti dell'amministrazione Accorinti. Comincia da questo passo il nuovo corso del PD messinese. Felice Calabrò può contribuire decisamente ad orientare il partito in direzione di sapienza, di consapevolezza, di autorevolezza. Quella direzione che richiede la comunità intera”.