Ancora sospeso il trasporto per il centro per autistici di Nizza: la disperazione delle famiglie
MESSINA. Andrea ha 18 anni e un sorriso che ti illumina la giornata. Chi lo ricambia riceve in dono una valanga di amore. Per lui però, la quarantena del coronavirus è stata più dura che per la maggior parte dei suoi coetanei. Perché Andrea soffre di autismo e nella sua vita tranquilla, regolare e metodica, i due pomeriggi la settimana che passava nella Cittadella della Speranza di Nizza, un centro diurno per chi soffre della sua stessa malattia, erano la sua piccola oasi di felicità. Che però adesso non c’è più. Di recente la struttura, che ospita una cinquantina di persone tra bambini, ragazzi e adulti, ha riaperto, ma la Regione Sicilia ha pensato bene non riattivare il servizio di trasporto. E così, Andrea e almeno la metà dei frequentatori del centro (chi ha ripreso ad andarci lo ha potuto fare perché abita in zona) sono costretti a stare a casa, bloccati e isolati, mentre le famiglie assistono impotenti alla loro inevitabile regressione. “Andrea adora stare in mezzo alle persone -racconta Rosalba, la madre. È un ragazzo mite, affettuosissimo, che anche se non parla e raramente dice “mamma”, riesce comunque a relazionarsi bene con gli altri. In questi mesi, a causa del COVID-19 è stato costretto a stare solo con me, mentre terapista che lo segue lo ha potuto fare solo online. Adesso, anche se tutte le strutture sono state riaperte, lui è dovuto rimanere a casa perché non è stato riattivato il servizio di trasporto e solo da 15
