Amarcord, il calcio in Sicilia durante i due conflitti mondiali nel volume di Giovanni Di Salvo
SICILIA. Quale fu il rapporto tra guerra e sport nei periodi 1914-18 e 1939-45, durante i due conflitti mondiali ? Certamente fu molto peculiare in Sicilia, dove fu fortemente caratterizzato e influenzato dall'insularità. Inoltre, ci furono profonde differenze anche tra quanto accaduto durante la Grande Guerra, quando lo sport siciliano non era ancora ben inserito nel contesto nazionale. Nel periodo 1914-18 il football non era ancora molto diffuso nell'isola e lo si praticava soprattutto nelle grandi città. Così la Trinacria non risentì della decisione della Federazione di
sospendere i campionati. L'attività calcistica siciliana, che naturalmente soffrì per i costi in termini di uomini e di ristrettezze economiche che comportava il conflitto, fu costituita da tornei per beneficenza e da partite contro i membri delle navi militari che attraccavano ai porti.
La situazione fu completamente diversa in occasione del secondo conflitto mondiale, perché l'attività si fermò per prima nell'Isola rispetto al resto d'Italia, con le società sicule perfettamente integrate nel tessuto calcistico nazionale. Diversamente da quanto avvenuto durante la Grande Guerra, nel 1940 l'ingresso dell'Italia nel conflitto non comportò la sospensione dei campionati. Dalla serie A fino ai tornei regionali, l'ordine imperativo della dittatura fascista fu quello di giocare. Tra difficoltà sempre più crescenti si andò avanti per un paio di stagioni. Finché nell'aprile del 1943, a campionati in corso, la FIGC fu costretta a constatare che non vi erano più le condizioni per poter raggiungere la Sicilia: il Palermo fu escluso dalla serie B e il Catania dalle finali di serie C per la promozione nei cadetti. A metà agosto del 1943 le forze alleate liberarono l'isola dalle truppe italo-tedesche e il fronte del
combattimento si spostò sulla penisola: la Sicilia era stata la prima regione in cui il calcio si era fermato ma è stata anche la prima a ripartire. L'uomo designato a far rinascere lo sport