Allarme rosso dal settore wedding, ma il Governo nazionale ignora le richieste d’aiuto di migliaia di imprenditori
Con lo slogan “Dimmi come e quando”, decisamente meno allegro del tormentone musicale dell’estate 2019, il movimento spontaneo Italian Wedding Industry (IWI) torna alla riscossa e si fa promotore di una nuova raccolta firme rilanciando il suo grido di aiuto. All’indomani dell’approvazione del nuovo “decreto rilancio” il movimento pretende ora risposte improrogabili dal Governo nazionale sulle modalità e le date certe per ripartire con le attività lavorative già dalla Fase 2, a sostegno di migliaia di imprenditori a oggi non solo sprofondati nel baratro, ma soprattutto abbandonati. A un mese di distanza dal primo appello completamente ignorato torna così a farsi sentire IWI che partendo dalla Sicilia con l’imprenditore Umberto Sciacca, l’event manager Barbara Mirabella e l’imprenditore Luca Damiani, ha coinvolto da Sud a Nord l’intera filiera italiana del settore wedding, events e congress che annualmente fattura 40 miliardi (tra cui, solo per fornire alcune recenti stime: 600 milioni per abiti da sposa e cerimonia, 440 milioni per il destination wedding, 400 milioni per fotografi e video maker e così via con una lunga lista). Con oltre 5000 firme, anche da parte dei più prestigiosi brand nazionali della produzione di abiti da sposa, sposo e cerimonia, il movimento ha generato una sottoscrizione che dà nomi e cognomi alle vittime inascoltate dell’ecatombe economica, conseguente alla pandemia da COVID-19, per essere stati i primi a fermare la macchina organizzativa e, in base alle recenti disposizioni, anche gli ultimi a rimetterla in moto. “È assurdo – dichiarano i rappresentanti del settore – che nonostante le nostre ripetute richieste di confronto attraverso la sottoscrizione nazionale che è stata inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a tutti i gruppi parlamentari e del Senato nessuno abbia preso in considerazione le nostre proposte concrete per riprogrammare le cerimonie e i grandi eventi o dato attenzione alle istanze di un intero comparto oggi al collasso, con l’85% del fatturato nazionale già andato perduto. Siamo convinti che, così come è stato possibile trovare delle soluzioni per
Questo il link per la raccolta di firme https://www.change.org/p/giuseppe-conte-salviamo-la-wedding-industry-per-il-2020-2021-s%C3%AC-ai-matrimoni-e-alle-cerimonie?fbclid=IwAR0zuOyGQDS1nN2_C7_Wb38dK3DUZdbhuAkqTwlQZ9g8kXieksfnhl_XWv0